Figlia di Giorgio Aldobrandini, Principe di Meldola, Sarsina e Rossano, e di Ippolita Ludovisi è l'ultima erede della sua famiglia.
Oltre ai principati di Meldina, Sarsina e Rossano, tra i suoi beni sono annoverati il Ducato di Carpineto, il Palazzo in via del Corso a Roma (oggi Doria-Pamphili), le Ville a Montemagnanapoli e Frascati, e la celebre collezione di quadri dei Cardinali Pietro ed Ippolito Aldobrandini.
Il 25/5/1638 sposa Paolo Borghese dei Principi di Sulmona, dal quale avrà:
Giovanni Battista, che succederà al nonno e sposerà Eleonora Boncompagni,
Maria Virginia, che sposerà Agostino Chigi della Rovere, I Principe Farnese,
Giovanni Giorgio, Camillo e Francesco, morti infanti,
Pochi mesi dopo la morte del marito, il 10/2/1647, Olimpia si risposa con Camillo Pamphili che per lei lascia l'abito cardinalzio, suscitando l'ira della suocera Olimpia Maidalchini ed una serie di contrasti tra le due donne, entrambe energiche e determinate, che spingeranno Papa Innocenzo X ad imporre ai due sposi di vivere a Frascati.
Dal secondo matrimonio nasceranno:
Giovanni Battista, che succederà al padre e sposerà Violante Facchinetti,
Flaminia, che sposerà Bernardino Savelli, Principe di Albano, e in seconde nozze Nicola Saverio Pallavicini,
Anna, che sposerà Giovanni Andrea III Doria, rincipe di Melfi, nella sua discendenza confluirà la Famiglia Pamphili costituendo la Casa Doria-Pamphili,
Benedetto, futuro Cardinale,
Teresa, che sposerà Carlo II Cybo, Sovrano di Massa.
La storia la ricorda come donna di grande bellezza, temperamento e fascino. Muore a 58 anni nel Palazzo Aldobrandini a via del Corso ed è seppellita nella Basilica di S. Maria sopra Minerva a Roma.
Suoi eredi saranno, in parti eguali, i figli maschi Giovanni Battista Borghese, Giovanni Battista Pamphili e Benedetto Pamphili
Figlia di Marco Antonio Altieri e di Olimpia Rustici sposa nel 1582 Giacomo Muti II Duca di Canemorto.
Silvia è orfana di padre, il contratto matrimoniale è stipulato il 12/5/1582 "per verba de futura" tra il nonno materno Camillo Rustici ed il padre di Giacomo, il Duca Carlo Muti.
Silvia e Giacomo sono entrambi discendenti (per lato materno lui e per lato paterno lei) da Nicola Muti e Silvia della Cithera.
Dal marito avrà 6 figli:
Carlo, membro dell'Accademia dei Lincei (permane il suo carteggio con Galileo Galilei), morirà prima di poter succedere al padre,
Francesco , Abate circestense in S. Bernardo alle Terme,
Michelangelo, che succederà al padre e sposarà prima Cecilia Massimo e, in seconde nozze, Virginia Orsini,
Cristina Drusilla, Monaca in S. Cosma,
Camillo, Canonico, affetto da demenza,
Olimpia, Monaca in S. Cosma.
Nel 1635, quando il card. Tiberio Muti redige il proprio testamento è ancora viva.
Nasce il 21/12/1716 da Urbano Barberini e dalla sua terza moglie Maria Teresa Boncompagni Ludovisi.
Alla morte del padre, nel 1722, rimane inizialmente sotto la custodia della
madre, ma lo zio Cardinal Francesco la "nomina" a succedere nel maggiorasco
Barberini quale ultima erede legittima della Casa e, per sottrarla alla
madre, arriverà a rinchiuderla, nel 1725, nel convento della SS. Incarnazione.
Nel 1727 la Sacra Rota dispone per l'affidamento della sua custodia allo zio che sta contrattando il suo matrimonio con Giulio Cesare Colonna di Sciarra.
Nei capitoli matrimoniali Don Giulio Cesare si obbliga ad assumere nome ed armi dei Barberini, estinguendo il nome Colonna di Sciarra, ed a recare nel Maggiorasco Barberini la somma di 200 mila scudi. Don Giulio Cesare verrà quindi arrogato alla famiglia Barberini. Le primogeniture ed i fidecommessi di casa Colonna di Sciarra sono sottoposte alle medesime leggi che regolano il maggiorasco di Casa Barberini, lasciando facoltà a Giulio Cesare di nominare uno dei suoi figli a ripristinare la Casa Colonna di Sciarra.
Nel 1728 lo stesso Cardinal Francesco celebrerà il matrimonio tra la dodicenne Cornelia Costanza ed il ventiseienne Giulio Cesare.
Cornelia avrà 5 figli:
Olimpia, che sposerà Gennaro Caracciolo, Duca di Girifalco,
Urbano, che assumerà il cognome Barberini Colonna di Sciarra e sposerà Monica Carafa,
Anna Maria, che sposerà Filippo I Sforza Cesarini, Principe di Genzano,
Carlo, che assumerà il cognome Colonna Barberini e sposerà Giustina Borromeo Arese,
Maria Vittoria Felice, che sposerà Bartolomeo Corsini, Principe di Sismano
Alla morte dello zio, nel 1738, Cornelia Costanza inizierà ad amministrare e percepire i frutti del suo patrimonio e darà avvio alla dispersione della grande collezione Barberini alienando una grande quantità di beni.
Nel 1767, il primogenito Urbano arriverà a citarla, per considerarla decaduta dallo jus succedendi , avendo alienato parte dei beni del maggiorasco, ma non interverrà poi in giudizio.
Cornelia Costanza nominerà quindi come successore il secondogenito Carlo, ciò darà il via ad una lunga serie di liti ereditarie tra i fratelli.
Cornelia Costanza morirà il 7/12/1797 nel Palazzo Barberini alle 4 Fontane, designando come erede universale il figlio Carlo.
È sepolta a Roma, nella Chiesa delle monache Cappuccine a Monte Cavallo.
Le liti tra le linee successorie dei fratelli termineranno solo nel 1811 con un accordo stipulato a Parigi. L'accordo porterà alla divisione della preziosa collezione Barberini tra i due rami della famiglia (da un lato Maffeo, figlio di Urbano, e dall'altro lo zio Carlo) ed alla successiva dispersione alla quale contribuirà anche lo Stato che il 26/4/1934, con Regio Decreto, abolirà il fidecommesso ed autorizzerà la vendita di statue e quadri in cambio di un piccolo nucleo di proprietà, rinunciando alla tutela di una delle più importanti collezioni fidecommissarie romane.
Nasce a Ferrara, figlia di Alfonso Bevilacqua Conte di Maccastorna e di Maria Maddalena Trotti.
Sposa il Marchese Giovanni Paolo Muti-Bussi dal quale avrà:
Maria Pulcheria, che diventerà monaca oblata nel Monastero di Tor de' Specchi,
Clemente, che nel 1802 sarà emancipato dal padre e sposerà Marianna Costaguti,
Pier Francesco, che sarà Canonico Vaticano,
Muore il 27/10/1781 nel Palazzo Muti-Bussi all'Aracoeli ed è sepolta nella Cappella Muti in S. Marcello al Corso.
Suo erede sarà il marito Giovanni Paolo Muti-Bussi.
Nasce ad Ajaccio, figlia di Carlo Maria Bonaparte e di Maria Letizia Ramolino, è la sorella prediletta dell'Imperatore Napoleone Bonaparte.
Sposa nel 1797 il generale Victor Emanuel Leclerc, dal quale avrà l'unico figlio:
Dermide, morto fanciullo.
Rimasta vedova nel 1802, sposa in seconde nozze nel 1803 il principe Camillo Borghese.
Donna di notevole bellezza e fascino, irrequieta ed anticonformista, dopo un burrascoso matrimonio arriva, nel 1816, alla separazione.
Ammalatasi gravemente si riconcilia con il marito e muore nella Villa Strozzi, fuori Porta S. Gallo a Firenze, da lui presa in affitto.
Per sua volontà è sepolta a Roma nella Cappella Borghese di Santa Maria Maggiore.
Suoi eredi saranno i fratelli Luigi Bonaparte, Girolamo Bonaparte e la sorella Maria Annunziata (Carolina) Bonaparte.
La sua immagine, nelle vesti di Venere vincitrice, è stata immortalata da Antonio Canova. nella celebre statua della Galleria Borghese.
Nasce ad Isola Liri, da Ugo Boncompagni, Duca di Sora, e da Maria Ruffo.
Sposa nel 1658 Giovanni Battista Borghese, Principe di Sulmona.
Dal marito avrà:
Marcantonio, che succederà al padre e sposerà Maria Livia Spinola,
Anna Camilla, che sposerà Francesco Pico della Mirandola e, in seconde nozze, Antonio del Giudice,
Paolo, religioso,
Muore a Roma, nella Villa Ludovisi, ed è sepolta nella Chiesa di Santa Lucia alle Botteghe Oscure, annessa al Monastero delle Ginnasie.
Le monache "Ginnasie" saranno anche sue eredi universali.
Le sue ceneri saranno poi traslate nella Basilica di Sant'Alessio all'Aventino dove Giovan Battista Contini realizzerà il suo monumento funubre
Eleonora è raffigurata in un ritratto dipinto da Giovanni Battista Gaulli, "il Baciccio".
Nasce a Roma il 27/2/1692 da Gregorio Boncompagni, Duca di Sora, e dalla sua seconda moglie Olimpia Ippolita Ludovisi, principessa di Piombino.
A 22 anni, il 20/5/1714, sposa Urbano Barberini, ormai cinquantenne, ed ancora privo di eredi legittimi.
Il 21/12/1716 avrà la sua unica figlia: Cornelia Costanza.
Dopo la morte del marito, il 27/9/1722, inizierà la sua lotta con il cognato Cardinal Francesco per la custodia ed il destino della bambina.
Quando Francesco deciderà di far sposare la nipote, ad appena 12 anni, con Giulio Cesare Colonna di Sciarra, Teresa scriverà centinaia di pagine per persuadere il papa a non farle strappare la figlia, ma il Cardinale otterrà da Benedetto XIII la dispensa a contrarre il matrimonio che celebrerà lui stesso.
Muore il 7/6/1744 a Roma nel Palazzo Petrucci del Conte Pianetti in via dei Serpenti, lasciando erede universale la figlia. Nelle sue ultime volontà esprime stima e gratitudine per Maffeo Callisto, figlio naturale di Urbano, ed adempie alla volontà espressale dal marito di lasciargli un consistente legato.
E' sepolta nella Chiesa delle Monache di S. Giuseppe a Capo le Case in Roma.
Nasce a Roma, da Giovanni Battista Borghese, Principe di Sulmona, e da Eleonora Boncompagni.
Sposa nel 1684 Francesco Pico, Duca della Mirandola, con centomila scudi di dote.
Nonostante l'unione combinata, il loro fu un matrimonio d'amore. Dal marito avrà:
Antonia Maria, morta subito per una malattia congenita,
Beatrice Leonora, nata deforme e morta subito,
Francesco Maria, che succederà al padre e sposerà Maria Teresa Spinola.
L'improvvisa ed immatura morte per tisi del marito nel 1689 la fa tornare a Roma. Non vorrà più rivedere Mirandola né il figlio Francesco che sarà affidato alle cure della cognata.
Cinque anni dopo, nel 1694, sposa Antonio del Giudice, Principe di Cellamare e si stabilisce con lui a Napoli.
Dal matrimonio nasceranno:
Costanza Eleonora, che sposerà Gian Francesco Caracciolo, Principe di Villa Santa Maria
Colpita dal vaiolo, Anna Camilla muore a Roma in un appartamento, di proprietà del Duca Caetani, nei pressi di S. Maria Maggiore.
La sua eredità sarà divisa tra i figli Francesco Maria Pico e Costanza Eleonora del Giudice.
Nasce a Roma, da Paolo Borghese, Principe di Sulmona, e da Olimpia Aldobrandini , Principessa di Rossano.
Sposa nel 1658 Agostino Chigi, I° Principe Farnese.
Con la ricca dote di Maria Virginia fu acquistato nel 1662 il ducato di Ariccia e qui un suo ritratto, di Jacob Ferdinand Voet, la ricorda nella "Sala delle Belle" di Palazzo Chigi.
Dal marito avrà 17 figli:
Laura, monaca col nome di Suor Flavia Virginia a Montemagnanapoli,
Augusto che succederà al padre e sposerà Maria Eleonora Rospigliosi,
Sulpizia, monaca col nome di Suor Maria Lutugarda a Montemagnanapoli,
Angela, monaca col nome di Suor Francesca Serafina in Campansi,
Berenice, monaca col nome di Suor Teresa Vittoria in Campansi,
Eleonora, monaca col nome di Suor Maria Gaetana in Campansi,
Olimpia, monaca col nome di Suor Maria Agnese in Campansi,
Costanza, che sposerà Emilio Altieri,
Anna, monaca col nome di Suor Maria Berenice a Montemagnanapoli,
Teresa, monaca col nome di Suor Angela Teresa in Campansi,
Maria Maddalena, monaca col nome di Suor Maria Vittoria in Campansi,
Alessandra, monaca col nome di Suor Chiara Caterina in Campansi,
Mario che diventerà Abate.
Nonostante la numerosa prole, due soli figli maschi garantirono la successione paterna mentre ben dieci figlie femmine saranno avviate al monacato, divise tra i conventi di Campansi a Siena e dei SS. Domenico e Sisto a Montemagnanapoli in Roma.
Maria Virginia muore a Roma ed è sepolta nella Cappella Chigi a S. Maria del Popolo.
Suo erede sarà il figlio Augusto che dovrà però dividere l'usufrutto dei beni con il fratello Mario.
Figlia di Marcantonio II Borghese Principe di Sulmona e di Maria Livia Spinola. Sposa nel 1727 Benedetto Pamphili Duca di Carpineto ed erede delle Case Pamphili ed Aldobrandini.
Non avrà figli.
Olimpia muore il 25/6/1766 nel "Palazzo posto di fronte al Monastero dei SS. Domenico e Sisto a Magnanapoli", ed è sepolta nella Chiesa delle Monache Cappuccine della SS Concezione a Monti.
Sua erede sarà la Congregazione degli Operai della Divina Pietà, fondata nel 1679 per soccorrere chi, da condizioni agiate, fosse caduto in miseria. La congregazione operava nella Chiesa di S. Gregorio della Divina Pietà del Rione Sant'Angelo.
Nasce a Nepi, figlia di Giacomo Brunetti.
Sposa nel 1635 Tiberio Massimo.
Rimasta vedova nel 1642 e senza figli, sposa in seconde nozze Giovanni Battista Magrini, nobile sabino.
Anche dal secondo matrimonio non nasceranno figli.
Si ritira nel convento di S. Maria della Scala di Roma dove muore ed è sepolta nella Chiesa annessa.
Suo erede sarà il fratello Giovanni Domenico Brunetti.
Singolare è la disposizione di un suo lascito per la dote di una ragazza nepesina, in quanto descrive la consegna di tale dote in termini 'scenografici'.
Figlia di Alessandro Caffarelli Duca di Assergi e di Eleonora Nunez.
Sposa nel 1748 Girolamo Pamphili già vedovo di Isabella Conti. Il marito, secondogenito di Casa Pamphili, è appena succeduto al fratello Camillo Filippo Pamphili morto senza eredi ed è il nuovo Principe di S. Martino, ha un solo figlio maschio Benedetto Pamphili che non ha avuto discendenza.
La giovane moglie dovrà garantire la prosecuzione di Casa Pamphili ma i figli non giungeranno, Benedetto Pamphili premorrà al padre e l'eredità perverrà ai Doria di Genova.
Olimpia muore il 18/2/1771 nel Palazzo Cornaro-Pamphili, oggi Palazzo della Stamperia, ed è sepolta nella Chiesa di S. Agnese a Piazza Navona.
Suo erede sarà il nipote Alessandro Caffarelli, figlio del fratello Baldassarre Caffarelli e di Costanza Mattei.
Figlia di Gaspare Caffarelli Duca di Assergi e di Angelica Monaldeschi.
Sposa nel 1674 suo cugino Giacomo Muti IV Duca di Rignano, portandogli una dote di 15000 scudi di cui 5000 in contanti e 10000 mediante cessione di un censo, del 23/12/1654, dovuto dal Duca di Acquasparta a Gaspare Caffarelli e successivamente, ceduto ancora, il 15/2/1695, al Principe Giovanni Battista Borghese.
Avrà un'unica figlia, erede del Ducato di Rignano:
Teresa, che sposerà in prime nozze Taddeo Barberini ed in seguito il cugino Federico IV Pietrodonato Cesi.
Nel 1689 ospiterà nel Castello di Rignano le nozze di Camilla Barberini e Carlo Borromeo Arese
Alla morte del marito Virginia, pur nominata erede, rinuncia alla successione e rimane creditrice della sua dote.
L'eredità di Giacomo Muti sarà assegnata, con decreto, alla figlia Teresa.
Virginia muore il 18/3/1731 nel Palazzo Muti di via del Gesù ed è sepolta nella Chiesa di S. Stefano del Cacco a Roma.
La dote di Virginia sarà oggetto di un lunghissimo contenzioso, nell'ambito del conflitto sulla Primogenitura Muti, che vedrà ultimi protagonisti Marianna Massimo quale erede del figlio Federico VI Muti-Cesi, ed il Duca di Poli Michelangelo Conti.
Contenzioso che si protrarrà fino al 19/7/1805 quando il card. Francesco Serlupi emetterà Sentenza della Sacra Rota per la quale, essendo i beni di Giacomo Muti vincolati da Fidecommesso, non essendovi capienza nei cosidetti "beni liberi" ed essendo trascorsi 131 anni dalla costituzione della dote deciderà "perpetuumque silentium partemque victam non solum".
Figlia di Alfonso Cavallerini e di Dianora Capranica, nipote del Card. Giovanni Giacomo Cavallerini ed erede del fidecommesso Bonaventura.
Sposa Angelo Massimo, Marchese di Ortona.
Il Marchese Scipione Maffei le dedicherà la tragedia "Merope".
Dal marito avrà un unico figlio:
Domenico, che morirà a soli tre anni.
Muore nel palazzo Massimo all'Aracoeli ed è sepolta nella Chiesa di S. Carlo ai Catinari.
Sua erede è la sorella Marta Cavallerini, alla quale si deve la costruzione della Cappella Cavallerini in S. Carlo ai Catinari.
Marta Cavallerini designerà quale erede Faustina Capranica moglie del marchese Onofrio del Grillo, figlia di Camillo Capranica e nipote acquisita di una terza sorella Maria Eleonora Cavallerini.
Nascerà un contenzioso tra i Massimo e Faustina Capranica risolto con un accordo che porterà alla costituzione di una secondogenitura Massimo-Bonaventura.
Nasce a Roma, da Filippo II Colonna, Principe di Paliano, e da Olimpia Pamphili.
Sposa nel 1723 Camillo Borghese, Principe di Sulmona.
Dal marito avrà:
Eleonora che sposerà Michele Imperiali, Principe di Francavilla,
Marcantonio, che succederà al padre e sposerà Anna Maria Salviati,
Livia, che sposerà Emilio Carlo Altieri, Principe di Oriolo,
Scipione, futuro Cardinale,
Orazio, che sarà ufficiale nell'esercito spagnolo e Ambasciatore a Berlino.
Agnese s'interessa particolarmente alla gioventù femminile ed alla sua istruzione. Spinge il marito a concedere l'uso del Castello di Moricone a Suor Maria Colomba, al secolo Paola Serantoni, per l'istituzione della "Scuola di carità" per fanciulle povere. Altrettanto fa con il castello di Montecompatri e le sue giovani che affida alle cure delle Maestre Pie.
Muore a Roma, nel Palazzo Borghese, ed è sepolta nella Cappella Borghese a Santa Maria Maggiore.
Suo erede sarà il figlio Marcantonio.
Figlia di Filippo Colonna, duca di Paliano e Gran Connestabile del Regno di Napoli, e di Lucrezia Tomacelli, nipote (da parte paterna) di Anna Borromeo sorella di San Carlo.
A 26 anni, contro il suo desiderio di una vita monastica, sposa il nipote di papa Urbano VIII, Taddeo Barberini, più giovane di lei di due anni. Le nozze sono celebrate con gran fasto a Castel Gandolfo dallo stesso pontefice.
Sia come moglie del capo secolare della casata Barberini che come 'nipote di papa', Anna è, durante il regno di Urbano VIII, la più potente donna di Roma.
Avrà 5 figli:
Camilla, morta infante,
Carlo, che sarà nominato Cardinale il 23/6/1653, dopo aver rinunciato alla primogenitura a favore del fratello Maffeo,
Lucrezia, che sposerà, anch'essa contro la sua volontà, Francesco I d'Este, duca di Modena,
Maffeo, destinato a succedere al padre nel principato di Palestrina, sposerà Olimpia Giustiniani
Nicolò, Gran Priore di Roma, diverrà monaco carmelitano scalzo col nome di fra' Nicolò dello Spirito Santo nel convento di Santa Maria della Vittoria di Roma.
La difficoltosa gravidanza e nascita di Carlo, determinano in Anna il proposito di fondare un convento da dedicare alla Madonna e destinare alle monache Carmelitane Scalze della cui fondatrice, S. Teresa d'Avila, è particolarmente devota.
La disastrosa guerra di Castro e la morte di Urbano VIII, costringono Taddeo Barberini a rifugiarsi con i fratelli ed i tre figli maggiori in Francia, sotto la protezione del Cardinal Mazzarino. Prima di raggiungere il marito, Anna interverrà, nel febbraio 1646, con un appassionato memoriale in difesa dei Barberini, all'assemblea del Campidoglio deputata a decidere la vendita dei beni confiscati quale rivalsa per la copertura economica relativa all'abolizione della tassa sul macinato.
La supplica, presentata per lei da Cesare Colonna, verrà accolta da papa Innocenzo X ed i beni non saranno alienati.
Nonostante il favore della regina di Francia, nel giugno 1647 Anna decide di tornare a Roma per realizzare la fondazione del convento di Regina Coeli a via della Longara.
La morte di Taddeo, nel novembre 1647, darà l'avvio ad aspri conflitti tra Anna ed il figlio Carlo. Oggetto del contendere è il recupero della sua dote, ottenuta la quale, Anna completerà il convento, del cui governo incaricherà la sorella minore Suor Chiara Maria della Passione, al secolo Vittoria Colonna.
Nell'ultima parte della sua vita, Anna condurrà un'esistenza molto ritirata, dedita ad opere di pietà, partecipando alla vita del
convento da lei fondato avendo come unico sostegno il figlio Nicolò.
Morirà a 57 anni, a Roma, nel
Palazzo alla Pilotta di Piazza SS. Apostoli che aveva acquistato dal fratello Cardinal Girolamo Colonna.
Suo erede universale nominerà il figlio Nicolò.
Il corpo di Anna verrà sepolto nella Chiesa del Convento di Regina Coeli, dove sarà eretto il suo monumento funebre. Monumento realizzato da Francesco Contini, architetto al quale aveva dato lei stessa disposizioni in materia.
Quando nel 1877 si dette avvio ai lavori di demolizione per la realizzazione del carcere di Regina Coeli, la parte scultorea del monumento fu trasferita in una galleria del Palazzo alle 4 Fontane. Nel 1946 entrò a far parte delle opere opere conservate nel Albright Knox Art Gallery di Buffalo (USA) a cura della fondazione Charles Clifton and Edmund Hayes.
Figlia di Giuseppe Lotario Conti, Duca di Poli, e di Lucrezia Colonna, sposa nel 1706 Girolamo Pamphili, Duca di Carpineto, che succederà, nel 1747, al fratello nel Principato di Valmontone e S. Martino.
Dal marito avrà:
Marianna, che diverrà monaca, con il nome di suor Maria Maddalena, nel Monastero della SS. Incarnazione,
Angela, che diverrà monaca, con il nome di suor Teresa Maria, nel Monastero della SS. Incarnazione,
Benedetto, che sposerà Olimpia Borghese, ma premorrà al padre.
Nasce a Parigi, figlia di Alessandro de la Rochefoucauld, duca di Estissac, e di Marie Adelaide de Pyvart de Chastulé.
Dama alla corte di Giuseppina di Beauharnais Bonaparte, sposa nel 1809 Francesco Borghese, Duca Salviati che, alla morte del fratello Camillo Borghese, raccoglierà le eredità Borghese, Aldobrandini e Salviati.
Dal marito avrà:
Maria, che sposerà Enrico de Rochechouart, marchese di Mortemart,
Marcantonio IV, che succederà come Principe Borghese, sposerà Gwendaline Talbot e, in seconde nozze, Teresa de la Rochefoucauld,
Camillo, che assumerà il cognome Aldobrandini e sposerà Marie Flore d'Arenberg,
Scipione, che assumerà il cognome Salviati e sposerà Arabella Fitz James.
Il marito darà il suo nome alla villa di Anzio acquistata nel 1834.
Muore nella villa Salviati a Migliarino, vicino Pisa.
Suoi eredi saranno, in parti uguali, i figli ed il nipote Victurnien de Rochechouart in rappresentanza della madre Maria Borghese premorta.
Nasce a Parigi, figlia di Alexandre Jules de la Rochefoucauld, duca di Estissac, e di Helena Charlotte Dessoles.
Sposa nel 1843 il principe Marcantonio IV Borghese, già vedovo di Gwendaline Talbot.
Dal marito avrà:
Anna Maria, che sposerà il marchese Antonio Gerini,
Paolo, che succederà al padre e sposerà Ilona Appony de Nagy-Appony,
Francesco, che succederà al fratello e sposerà Francesca Salviati,
Giulio, che assumerà il cognome Torlonia e sposerà Anna Maria Torlonia,
Felice, che sposerà Maria Grazioli Lante della Rovere,
Camillo, che sposerà Marguerite Brugmann e, in seconde nozze, Maria Concetta Monroy,
Giovanni, che sposerà Marie-Alice de Riquet,
Giuseppe, che sposerà Stefanina Statella e, in seconde nozze, Maria Covoni Girolami,
Ludovica, che sposerà Antonio Ruffo della Scaletta.
Muore nel Palazzo Borghese a Nettuno.
Distribuisce la sua eredità tra i figli, con diversa quantificazione.
Figlia di Mario (o Marco) Delfini e di Properzia Miccinelli. Sorella di Vittoria Delfini, madre del futuro Papa Clemente X.
Sposa nel 1587 Angelo Massimo, Consigliere del Popolo Romano, Caporione di Sant'Angelo e di Campitelli, Conservatore di Roma, Podestà di Magliano e deputato sopra l'Acqua Felice. Il fratello Flaminio Delfini comandante delle truppe pontificie e della squadra navale, viene bandito nel 1603 per aver fatto uccidere da sicari un suo corteggiatore, dopo averne rifiutato la proposta di duello.
Dal marito avrà:
Massimo che succederà al padre e sposerà Cleria Cremona,
Tiberio, morto infante,
Onofrio morto fanciullo,
Cecilia che sposerà Marzio Riccardi.
Muore a Roma ed è sepolta nella Cappella Massimo della Chiesa della SSma Trinità dei Monti.
Nelle sue ultime volontà vieta espressamente al figlio di far pervenire i suoi beni a membri della famiglia Delfini, della famiglia del cognato Giambattista Massimo, al poeta Andrea Fancioli od a "donne di malaffare".
Figlia di Innocenzo Facchinetti, Marchese di Vianino, e di Ippolita Albergati è l'ultima erede della sua famiglia.
Nel 1671 sposa per procura a Bologna Giovanni Battista Pamphili, erede delle Case Pamphili ed Aldobrandini.
Dal marito avrà:
Olimpia, che sposerà Filippo II Colonna, Principe di Paliano,
Camillo Filippo, che succederà al padre e sposerà Teresa Grillo,
Girolamo, che succederà al fratello Camillo Filippo e sposerà Isabella Conti e, in seconde nozze, Olimpia Caffarelli.
Muore a Roma il 24/5/1716 nel Palazzo "davanti al Collegio Romano", oggi Doria-Pamphili, ed è sepolta nella Cappella Pamphili in Sant'Agnese a Piazza Navona
Istituisce una Secondogenitura a favore del nipote Benedetto Pamphili, figlio di Girolamo.
Nasce ad Ancona, figlia del Conte Cesare Ferretti, capitano del porto di Ancona e di Anna Fantuzzi.
Sposa nel 1728 Emilio Massimo.
Dal marito avrà:
Francesco Angelo, morto infante,
Massimo, adottato da Camillo Bonaventura ne assumerà il cognome,
Petronilla, morta infante,
Petronilla, che sposerà Giulio Sinibaldi Gambalunga e trasmetterà ai Massimo il marchesato di Calcata,
Cleria, che diventerà monaca col nome di Suor Maria Colomba nel Monastero di Tor de' Specchi,
Marianna, morta infante,
Angelo Tiberio, che succederà al padre nel marchesato di Ortona e sposerà Caterina Negroni,
Marianna, che sposerà Federico Muti-cesi e trasmetterà ai Massimo il Ducato di Rignano,
Camillo, morto infante,
Maddalena, morta infante
Maria Teresa, morta infante.
Muore a Roma nel Palazzo Massimo d'Aracoeli ed è sepolta nella Chiesa della SS.ma Trinità di Monti.
Suo erede sarà il figlio Angelo Tiberio.
Nasce il 18/5/1641 a Roma, figlia di Maria Flaminia Pamphili e viene allevata dalla nonna materna, Olimpia Maidalchini Pamphili, nel Palazzo Pamphili di Piazza Navona.
Ad appena 12 anni viene data in sposa a Maffeo Barberini. Il matrimonio è celebrato personalmente da papa Innocenzo X nella Cappella di Monte Cavallo. La sua dote di 100.000 scudi permette ai Barberini di risollevare le loro finanze.
Rimane però ad abitare con il marito presso la nonna. Solo dopo la fuga da Roma e la morte di Olimpia Maidalchini,
la coppia si trasferisce, nel 1655, nel Palazzo alle 4 Fontane. Olimpia avrà 5 figli:
Costanza, che sposerà Gaetano Francesco Caetani, principe di Caserta,
Camilla, che sposerà Carlo Borromeo Arese, Vicerè di Napoli,
Francesco, futuro Cardinale,
Urbano, destinato a succedere a Maffeo come Principe di Palestrina, sposerà tre volte: Cornelia Zeno Ottoboni, Felice Ventimiglia Pignattelli, Maria Teresa Boncompagni Ludovisi,
Taddeo, Balì dell'ordine gerosolimitano dei Cavalieri Ospitalieri di S. Sebasiano. Sposerà in extremis Teresa Muti, duchessa di Rignano, per far avere il mancato erede maschio alla casata, ma morirà ad appena cinque mesi dalle nozze.
Alla morte del marito Maffeo, inizia per Olimpia un aspro conflitto umano e giudiziario con il figlio Urbano che si protrarrà per decenni e la vedrà sempre più esautorata dei suoi privilegi. Iniziale motivo di dissidio sarà la nascita di Maffeo Callisto, figlio illegittimo di Urbano.
Olimpia nominerà suo Erede usufruttuario il figlio Cardinal Francesco mentre come Erede proprietario designerà colui che sarà chiamato alla successione Barberini, escludendo però gli "illegittimi" e "bastardi". Pur non nominandola, l'unica persona che poteva succederle era la nipote Cornelia Costanza.
Muore a Roma il 27/12/1729 nel Palazzo Barberini alle Quattro Fontane ed è sepolta nella Cappella Barberini in Sant'Andrea della Valle.
Genovese, figlia di Marcantonio I Grillo e di Maria Antonia Imperiali, sposa nel 1704 Camillo Filippo Pamphili, Principe di S. Martino e Valmontone.
Il matrimonio non è felice, non avrà discendenza e sfocierà nella separazione.
Teresa è una donna colta, tiene a Roma un rinomato salotto letterario, entra a far parte dell'Accademia dell'Arcadia con il nome di 'Irene Pamisia' ed è ricordata come benefattrice e mecenate.
Nel 1737 acquista a Spello la Villa Fidelia che ristruttura ed amplia, dotandola di un giardino all'italiana.
Muore nel 1762 a Spello ed è sepolta nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi dove nel 1764 il cugino Cardinal Cosimo Imperiali le fa erigere un monumento sepolcrale ad opera di Tommaso Righi.
Figlia di Benedetto Guerrini e di Giulia Stati, sposa nel 1582 Fabrizio Muti dal quale avrà:
Lucinda, che sarà monaca nel Monastero delle Vergini,
Pompeo, canonico di S. Pietro,
Giulia, che sposerà Marcantonio Jacovacci, in seconde nozze Muzio Velli ed infine Antonio del Drago,
Virginia, che sarà monaca nel Monastero di Tor de' Specchi,
Francesco Angelo, che succederà al fratello Pompeo come canonico di S. Pietro,
Giovanni Andrea, che, alla morte del fratello Pietro Antonio, sposerà Diamante Vecchiarelli,
Pompeo, Conservatore di Roma,
Pietro Antonio, destinato alla successione, che sposerà Cleria Mazzarino,
Cecilia, che sposerà Giulio Bussi e dalla quale discenderanno i Muti-Bussi,
Giovanni Paolo, Abate,
Giovanni Battista, Marchese di Gassino, Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro al servizio dei Savoia.
Muore nel Palazzo Muti in piazza d'Aracoeli ed è sepolta nella Chiesa di San Venanzio.
Come suo erede designa il figlio Pietro Antonio.
Nasce il 25/1/1575 a Firenze dal senatore Vincenzo Magalotti e da Clarice Capponi. A 19 anni, nel 1594, sposa Carlo Barberini, ricco mercante, dal quale avrà 7 figli:
Francesco, che morirà infante,
Francesco, futuro Cardinal Nepote,
Camilla, che diverrà monaca carmelitana col nome di Suor Innocenza nel monastero della SS. Incarnazione di Roma,
Maria, che morirà giovanissima di parto dopo aver sposato Tolomeo Buglioli di Bologna,
Taddeo, futuro Principe di Palestrina, sposerà Anna Colonna
Clarice, che diverrà monaca carmelitana col nome di Suor Maria Grazia nel monastero della SS. Incarnazione di Roma,
Antonio , futuro Cardinale.
Le sorti della famiglia sono legate strettamente alla carriera ecclesiastica
di Maffeo, fratello minore di Carlo.
Quando Maffeo Barberini verrà nominato Arcivescovo di Nazaret e designato
quale Nunzio Apostolico a Parigi, istituirà un
Fidecommesso sui propri beni designando Carlo come "stipite" del
maggiorasco pertanto titolare dello jus
succedendi e jus nominandi. Di conseguenza Costanza e Carlo si trasferiscono a Roma
dove lui assumerà la carica di Conservatore e provvederà all'amministrazione
del patrimonio di Maffeo.
L'ascesa al soglio pontificio, il 29/9/1623, di Maffeo con il nome di URBANO VIII,
vedrà Carlo godere dei titoli di Gonfaloniere (la più alta carica che i
papi potessero affidare ad un laico), di Generale di Santa Romana Chiesa e
del Patriziato genovese.
Costanza è la "prima dama" di Roma.
Con i proventi delle alte cariche ricoperte, Carlo acquista territori dagli
Orsini (Corese, Montemaggiore, Monteflavio, Monterotondo) e dai Colonna
(Roviano). Monterotondo sarà elevato da Urbano VIII a ducato nel
1626.
Nel 1630 Carlo acquista dai Colonna il principato di Palestrina ma muore prima
di potervi essere insiedato.
Costanza gode dei privilegi del suo rango. Michelangelo Buonarroti il Giovane
scrive per lei e per sua figlia suor Innocenza (al secolo Camilla Barberini), l'opera teatrale 'San Ginnesio'
(Archivio Buonarroti e Archivio del Convento di S. Agata in Firenze). L'amicizia di Costanza con lo scrittore (nipote ed omonimo del celebre artista) è documentata
anche dalla presenza di una cassetta-reliquario di Sant'Agata, dono della duchessa
a Michelangelo intorno al 1643 (Museo di Casa Buonarroti a Firenze).
Costanza muore a Roma nel palazzo Barberini alle 4 Fontane il 15/8/1644.
Suo erede universale è il figlio Taddeo.
Le spoglie di Costanza sono tumulate nella cappella Barberini in Sant'Andrea della Valle.
Nasce a Viterbo, figlia dell'appaltatore Sforza Maidalchini e della sua prima moglie Vittoria Gualtieri.
Destinata al convento, provoca uno scandalo accusando il suo padre spirituale di tentata seduzione e costringendo il padre a farle sposare il ricco Paolo Nini che la lascia vedova, ricca e libera dopo tre anni.
Nel novembre 1612 si risposa con Pamphilio Pamphili, di una nobile famiglia impoverita e più vecchio di lei di 31 anni, imparentandosi così con Giovanni Battista Pamphili, fratello del marito.
Dal marito avrà:
Maria Flaminia, che sposerà Andrea Giustiniani, Principe di Bassano,
Camillo, che sarà Cardinale Nepote nel 1644 ma rinuncerà alla porpora per sposare Olimpia Aldobrandini,
Costanza, che sposerà Niccolò I Ludovisi, Principe di Piombino.
Il legame con il cognato è oggetto di pettegolezzi in tutta Roma e bersaglio delle satire di Pasquino, Olimpia è comunque riconosciuta come la maggiore artefice della elezione nel 1644 di Giovanni Battista Pamphili che sale al soglio pontificio con il nome di Innocenzo X.
Olimpia diviene la dominatrice indiscussa della corte papale guadagnandosi la definizione "Fu un maschio vestito da donna per la città di Roma e una donna vestita da maschio per la Chiesa Romana".
Ottiene dal papa grendi benefici per lei (nel 1645 diviene Principessa di S. Martino al Cimino) e per i suoi parenti.
Viene contrariata solo dal figlio Camillo quando abbandona la carriera religiosa per sposare Olimpia Aldobrandini.
Ha fama di donna avida di potere e ricchezze, con enorme influenza sul papa.
Nel 1655, alla morte di Papa Innocenzo X, fugge da Roma dopo aver (vox populi) sottratto grandi quantità di beni dalle stanze del pontefice, con due carrozze piene di monete d'oro. Certamente lo lasciò insepolto tant'è che al suo funerale provvide il maggiordomo Scotti.
L'evento darà luogo ad una delle leggende romane secondo la quale il 7 gennaio, anniversario della morte del papa, si può vedere il fantasma di Donna Olimpia che fugge da Piazza Navona su una carrozza in fiamme, piena d'oro, e sprofonda nel Tevere, presso ponte Sisto.
Rifugiatasi nel suo palazzo di S. Martino al Cimino, muore di peste il 2 ottobre 1657 ed è sepolta nella locale Basilica.
Suo erede sarà il figlio Camillo Pamphili in qualità di "sostituto" del primo erede designato (o a ben vedere impostole) ovvero il cognato papa Innocenzo X in qualità della persona fisica Giovanni Battista Pamphili.
Figlia di Felice Antonio Malatesta, Conte di Sogliano, e di Vittoria Boninsegni.
Il padre era giunto a Roma nel 1760 povero e nullatenente dopo la rovina della sua famiglia. Matilde abita al III piano di una casa nei pressi di Piazza Barberini, all'epoca periferia di Roma (zona Capo le Case).
Conosce il giovane duca Federico VI Muti-Cesi, ultimo erede delle due casate, e lo sposa contro il volere della madre di lui Marianna Massimo.
In piena epoca Napoleonica e con i tumulti della Repubblica Romana alle porte, i due giovani si rifugiano in Germania presso Federico Augusto III Elettore di Sassonia, ma a Dresda, nell'aprile del 1799, Federico muore per "febbre nervosa".Marianna Massimo le intenterà causa per "matrimonio clandestino" al fine di non riconoscerle alcun contributo vedovile e prenderà possesso dei beni del figlio defunto ab-intestato.
Matilde si risposerà con un Ufficiale del Granduca di Baden, il conte Carlo Littin. Da entrambi i matrimoni non nasceranno figli.
Muore a Roma il 9/3/1832 nel Monastero delle Viperesche all'Arco di S. Vito ed è sepolta nella Chiesa delle Stimmate a Roma.
Suo Erede universale sarà il marito Carlo Littin
Figlia di Tiberio Massimo e di Olimpia Mattei.
Sposa nel 1587, con una dote di 5500 scudi, Scipione Vipereschi, nobile di Corneto (odierna Tarquinia), Caporione di Campitelli.
Dal marito avrà:
Valerio, fidanzato con la cugina Livia Vipereschi, lui morirà giovane, lei non si sposerà mai e fonderà nel 1668 il Monastero delle Viperesche,
Svetonia, monaca col nome di Suor Maria Grazia nel Monastero di S. Margherita,
Bonaventura, frate francescano.
Muore a Corneto ed è sepolta nella locale chiesa di S.Francesco. Suo erede designa il figlio Valerio.
Figlia del marchese Pompeo Massimo e di Cleria Bebiba Salomoni, sposa il 29/9/1628 Michelangelo Muti, Duca di Canemorto, portandogli in dote 15000 scudi.
Avrà due figlie:
Margherita che morirà giovanissima in convento,
Isabella, che sposerà Carlo Conti futuro Duca di Poli, è darà i natali a Papa Innocenzo XIII
Cecilia muore nel 1632 ab intestata.
La restituzione della dote di Cecilia sarà oggetto di contenzioso sino al 1654, anno in cui Isabella si accorderà col fratellastro Giacomo.
Nasce a Roma, figlia di Francesco Massimo, Duca di Rignano e Calcata, e di Carolina Lante Montefeltro della Rovere.
Sposa nel 1829 Antonio Boncompagni Ludovisi, Principe di Piombino.
Dal marito avrà:
Rodolfo, che succederà al padre e sposerà Agnese Borghese,
Maria Carolina, che sposerà Francesco Rospigliosi Pallavicini,
Filomena, morta infante,
Giulia, che sposerà Marco Boncompagni Ludovisi Ottoboni,
Ignazio, che sposerà Teresa Marescotti,
Lavinia, che sposerà Rinaldo Taverna.
Muore a Roma ed è sepolta nella Chiesa di Sant'Ignazio da Loyola, suoi eredi saranno tutti i figli.
Figlia del Marchese Emilio Massimo del ramo d' Aracoeli e di Maria Bernardina Ferretti.
Nel 1762 sposa Federico V Muti-Cesi. Il marito è di ben 33 anni più anziano di lei ed ha rinunciato alla vita religiosa per dare al casato quell' erede che il fratello maggiore Carlo Federico, Duca di Rignano (per eredità materna) e Duca di Acquasparta (per successione paterna), non aveva potuto avere dalla moglie Maria Vittoria Spada.
L' atteso erede sarà Federico VI Muti-Cesi che succederà allo zio e sposerà Matilde Malatesta.
Alla morte del marito, nel 1771, Marianna avrà la tutela del figlio e l'amministrazione dei beni che si consolideranno con la morte del cognato nel 1774.
La prematura morte del figlio nel 1799 vedrà Giacomo Cesi, di un ramo cadetto, succedere nel Ducato di Acquasparta ed aprirà per Marianna il contenzioso sia con la nuora, alla quale non riconoscerà alcun diritto, sia con il Duca di Poli Michelangelo Conti, discendente da Isabella Muti , e la casa Sforza-Cesarini successivamente, per il Ducato di Rignano.
Marianna muore il 16/7/1820 nel Palazzo del Gesù ed è sepolta nella Cappella del Sacro Cuore della Chiesa del Gesù a Roma.
Alla sua morte Marianna designerà come erede il nipote Francesco Massimo. Questi, dopo aver liquidato le pretese di Salvatore Sforza Cesarini quale successore della casa Conti, si vedrà riconosciuto, con breve di Leone XII del 9/9/1828, il titolo di I Duca di Rignano e Calcata.
Il ducato di Rignano perverrà infine nel 1884 ai Colonna a seguito del matrimonio di Prospero Colonna con Maria Massimo.
Figlia di Tiberio Massimo e di Olimpia Mattei.
Sposa nel 1583 Gregorio Serlupi, Marchese di Vacone.
Dal marito avrà:
Gianfilippo, che succederà al padre e sposerà Benvenuta Biscia,
Lucrezia, che sposerà Girolamo Carducci.
In maniera singolare per l'epoca, pur designando come erede universale il figlio primogenito, Marzia lascia un cospicuo legato alla nipote Maria Serlupi dichiarando che ne possa godere in qualunque stato (sposa, vedova, zitella, monaca) senza dipendere dalla potestà o dall'amministrazione di padre, madre, fratello o marito.
Muore a Roma nel Palazzo Serlupi, poi Caetani-Lovatelli, in Rione Sant'Angelo ed è sepolta nella Cappella Serlupi di Santa Maria in Aracoeli.
Figlia di Pietro Mazzarino e di Ortensia Bufalini è quindi sorella del celebre Cardinale Giulio
Dopo la fallita negoziazione per il matrimonio con un Caffarelli, nell'aprile del 1641 il Cardinal Antonio Barberini conduce una serie di trattative con Giulio Mazzarino per far sposare Cleria con Lorenzo Machiavelli, cosa che avrebbe favorito la sua nomina a Cardinale. Le trattative non vanno in porto, sia per le pretese di lui circa l'ammontare della dote, sia per il rifiuto di lei, appoggiata dalla madre.
Ha già 34 anni quando ad aprile 1643 sposa il marchese Pietro Antonio Muti.
Dal breve matrimonio non nasceranno figli.
Cleria muore il 6/7/1649, a sei mesi di distanza dal marito, nel Palazzo Mazzarino a Monte Quirinale, oggi Palazzo Rospigliosi-Pallavicini.
Suo erede sarà il padre Pietro Mazzarino . Nella Collezione di don Luis de Salazar y Castro è inclusa una lettera del Cardinale Giulio Mazzarino datata 14/8/1649, da Compiègne, nella quale parla del testamento della sorella. Cleria infatti gli lascia 1000 scudi per comprarsi un paio di cavalli.
Figlia del Marchese Emilio Massimo e di Maria Bernardina Ferretti.
Sposa nel 1754 il marchese Giulio Sinibaldi Gambalunga di Calcata.
Degna di nota è l'attività del marito per rilanciare "a merito ed onore del suo casato" il culto devozionale della Reliquia del Prepuzio di Gesù Cristo, custodita nella Chiesa Parrocchiale di Calcata da lui ristrutturata, ed esposta al culto dei fedeli ad ogni Capodanno.
Avranno un unico figlio:"
Cesare, che, morendo senza figli a distanza di poco più di un anno dalla madre, lascerà erede dei beni Sinibaldi e Gambalunga il cugino Emilio Massimo,
Muore in Roma a Palazzo Sinibaldi, nel rione Pigna.
Figlia del Duca di Rignano Michelangelo Muti e di Virginia Orsini . Sposa nel 1652 il marchese di Cepagatti Alessandro Valignani di Chieti, dal quale avrà:
Giacomo, che sposerà Porzia Capranica.
Zosimo, monsignore, Governatore di Orvieto e Commendatore di S. Spirito
Figlia di Orazio Muti e di Lucinda Gabrielli . Sposa nel 1595 Francesco Naro, dal quale avrà:
Savo,
Vittoria, che sposerà Lodovico Gabrielli, in seconde nozze, Francesco di Marsciano ed in terze nozze, Mario Ceba,
Orazio, che sposerà Olimpia Verospi.
Muore nel Palazzo Naro di via Margutta ed è sepolta nella Chiesa di Santa Maria sopra Minerva.
Suo erede è il figlio Orazio.
Figlia di Girolamo Muti e di Drusiana Altieri . Appartiene al ramo secondogenito di Valeriano Muti ed Elisabetta Capizucchi e, per motivi successori, sposa nel 1562 Carlo Muti.
Il marito, Consigliere di guerra e Colonnello al servizio di Carlo Emanuele I di Savoia, sarà da questi nominato Gran Priore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro ed infeudato nel 1584 del Marchesato di Settimo Torinese.
Al contempo, occupa una posizione privilegiata a Roma: Carlo è figlio di Olimpia Astalli, sorella di Flaminia Astalli Borghese, è cugino pertanto di Camillo Borghese, futuro papa Paolo V.
I ricchi proventi militari e le successioni, consentono notevoli proprietà terriere. Carlo diventa Barone di Palidoro, Sant'Angelo e Castel Lombardo. Quando nel 1581, alla morte del padre, l'eredità di Faustina consolida il patrimonio familiare, Carlo acquista da Francesco Cenci la contea di Vallinfreda e da Muzio Tuttavilla le terre di Canemorto, Pozzaglia, Petescia e Montorio in Valle che, nel 1585, papa Sisto V erigerà a Ducato. Carlo sarà anche Ambasciatore dei Savoia alla corte papale.
Dal marito Faustina avrà:
Giacomo, che succederà al padre, e sposerà Silvia Altieri,
Olimpia, che sposerà Giovanni Pietro Caffarelli, Marchese di Turano,
Girolamo, futuro Canonico, Coppiere e Cameriere segreto di Papa Paolo V,
Tiberio, che sarà Cardinale e Vescovo di Viterbo,
Muzio, futuro Cavaliere di Malta
Antonina, sposerà il Marchese Tiberio Ugni.
Lorenza, Monaca col nome di Suor Erminia nel Monastero di Tor de' Specchi di Roma,
Dagli strumenti di enfiteusi, fatti dai figli, su una casa in S. Pantaleo di sua proprietà, si deduce che muore intorno al 1604.
Figlia del Duca Michelangelo Muti e della sua prima moglie Cecilia Massimo, alla morte del padre, nel 1646, è affidata, con la sorella Margherita, alla tutela della matrigna Virginia Orsini.
Ospitata nel convento di Tor de' Specchi con la sorella, è nominata erede da questa e nel 1647 risulta destinataria di un notevole patrimonio in quanto le spettano 25000 scudi dell'eredità materna, 13000 scudi di dote lasciatale dal padre per testamento e 6000 scudi provenienti da un legato della nonna Silvia Altieri a Margherita.
Nel 1648 viene data in sposa a Carlo Conti futuro duca di Poli e, per costituire la sua dote, Virginia Orsini avrà l'autorizzazione papale a vendere il Casale "Borghetto" alla principessa di Bassano Maria Flaminia Pamphili Giustiniani.
Dal marito Isabella avrà:
Giuseppe Lotario , che succederà al padre come Duca di Poli e sposerà Lucrezia Colonna,
Giacinta, che sposerà Giuseppe Angelo Cesi Duca di Acquasparta,
Michelangelo, che diventerà papa nel 1721 con il nome di Innocenzo XIII,
Giulia Cecilia, che sposerà il principe di Marsiconovo Girolamo Pignatelli,
Bernardo Maria, futuro Cardinale.
Isabella muore il 30/12/1687 ed è sepolta nella Chiesa di S. Stefano a Poli.
Figlia di Carlo Muti, I Duca di Canemrto, e di Faustina Muti.
Il fratello, cardinal Tiberio, nel suo testamento si riferisce a lei come Suor Erminia nel Monastero di Tor de' Specchi di Roma.
Figlia del Duca Michelangelo Muti e della sua prima moglie Cecilia Massimo, alla morte del padre, nel 1646, rimane con la sorella Isabella sotto la tutela della matrigna Virginia Orsini.
Ospite nel convento di Tor de' Specchi con Isabella, ivi muore, ed è sepolta, il 29/12/1647 lasciando erede la sorella.
Figlia di Carlo Muti, I Duca di Canemorto, e di Faustina Muti .
Sposa il 28/6/1587 Giovanni Pietro Caffarelli, Marchese di Turano Camarda.
Il marito, Conservatore di Roma nel 1603, ebbe la carica di "Soprastante alle fabbriche di Campidoglio" ed a lui si deve la commissione al Cavalier d'Arpino degli affreschi nella Sala degli Orazi e Curiazi della Sala dei Conservatori.
Avrà:
Gaspare, che sarà Duca di Assergi e sposerà nel 1637 Angelica Monaldeschi .
Baldassare, cavaliere di S. Giacomo,
Anna Maria, che sposerà nel 1636 Alessandro Orsini , Principe di Amatrice, dal quale sarà avvelenata.
Il ritratto di Olimpia, disegno a matita rossa di un anonimo artista romano di ambiente caravaggesco, è conservato nel Castello di Windsor (Royal Library, inv. 6350); vi è riportata l'iscrizione "obiit Anno 1643 etatis sue 80 Marchesa di Turano Camarda et fileti".
Figlia del Duca Giacomo Muti e di Silvia Altieri, a 16 anni entra nel Convento di Tor de' Specchi, rinunciando ai suoi beni a favore dei genitori.
Figlia del Duca Giacomo Muti e di Virginia Caffarelli è l'ultima discendente ed erede del Ducato di Rignano. Il suo futuro marito dovrà pertanto assumere e tramandare il cognome della famiglia.
Sposa l'11/9/1701, in prime nozze, il Balì Taddeo Barberini , matrimonio sul quale fu raggiunto un accordo con la famiglia Barberini solo quando il principe Urbano ebbe nel 1699 il sospirato erede maschio Ruggero.
Il brevissimo matrimonio, soli 5 mesi, non avrà però discendenza.
II 17/6/1703 Teresa sposa il giovane cugino Federico IV Pietrodonato Cesi che diverrà Duca di Acquasparta e dal quale avrà:
Carlo Federico, che succederà al padre e sposerà Maria Vittoria Spada,
Federico V che si dedicherà alla vita religiosa sino a quando, per mancanza di eredi da parte del fratello, sposerà Marianna Massimo,
Giuseppe, morto infante probabilmente per lo stesso morbo che uccise la madre.
Teresa muore ab-intestata il 7/11/1711 e viene seppellita nella Chiesa di S. Teresa alle 4 Fontane, il marito si rifugerà nel Monastero della Congregazione Silvestrina di Cingoli, dove morirà, ed i figli saranno posti sotto tutela di un curatore.
Figlia del Marchese Stanislao Negroni e di Agnese Capocaccia, nipote del cardinal Andrea Negroni.
Nel 1771 sposa il marchese Angelo Tiberio Massimo, presidente nel 1801 dell'Archivio Capitolino.
Dal marito avrà:
Francesco che succederà al padre e sposerà Carolina Lante Montefeltro della Rovere
Stanislao, morto infante,
Drusilla, morta infante,
Maria Bernardina, che diventerà monaca
Muore a Roma, lascia erede il primogenito Emilio, ed è sepolta nella Chiesa di S. Maria in Aracoeli.
Figlia del Marchese Prospero Nunez. Sposa in prime nozze, nel 1732, il Marchese Francesco Maria Spada, dal
quale avrà 2 figlie:
Maria Vittoria, che diverrà monaca nel Monastero delle Orsoline,
Marianna, che sposerà il Conte Gerolamo Bentivoglio.
Rimasta vedova, sposerà nel 1751 Cristoforo Cenci.
Muore a Roma il 7/9/1754 nel Palazzo Spada al S. Spirito ed è sepolta nella Chiesa di S. Bonaventura detta "La Polveriera".
Sue Eredi saranno le figlie per le quali chiederà che, orfane ed ancora minorenni, siano sottoposte alla tutela del cognato Clemente Spada-Veralli.
Nasce a Firenze, da Virginio Orsini, Duca di Bracciano, e da Flavia Damasceni Peretti .
Trascorre i suoi primi anni presso la Corte di Toscana. Rimasta orfana di madre, è allevata con le sorelle nel Monastero della SS. Concezione di Firenze.
L'avvio delle trattative per le sue nozze con Marcantonio Borghese, Principe di Sulmona, la riportano nel 1613 alla corte di Cristina di Lorena, Granduchessa di Toscana.
Dopo un periodo di stallo negli accordi matrimoniali, sposa nel 1619 Marcantonio Borghese, Principe di Sulmona.
Dal marito avrà un unico figlio:
Paolo che sposerà Olimpia Aldobrandini.
Durante il matrimonio si dedica ad opere di carità e di assistenza ospedaliera, guadagnandosi l'appellativo di "grande elemosiniera".
Con la prematura morte del figlio nel 1646 ed il nuovo matrimonio della nuora nel 1647 con Camillo Pamphili, Principe di Valmontone, le viene affidato il compito di allevare i nipoti Giovanni Battista Borghese e Maria Virginia Borghese.
Alla morte del marito, dopo aver curato il matrimonio dei nipoti e l'amministrazione della Casa Borghese, finanzia, a partire dal 1670, la costruzione del nuovo Monastero della SS.ma Annunziata, detto delle Turchine, nei pressi di S. Maria Maggiore, diramazione di quello fondato a Genova dalla Beata Maria Vittoria Fornari.
In attesa del completamento della costruzione, si ritira nel Monastero del Corpus Domini, in palazzo Ginnasi a via delle Botteghe Oscure.
Si trasferisce nel nuovo Monastero il 27/04/1676 dove l'anno successivo professa i voti assumendo il nome di Suor Maria Vittoria.
Qui muore il 14/3/1685, ad 82 anni, ed è sepolta nella Cappella della SS. Annunziata.
Alla sua morte venne aperto per lei un processo di canonizzazione che non ebbe però conclusione.
Figlia di Cosimo Orsini Conte di Pitigliano e di Angela Caetani. Sposa il 20/10/1633 Michelangelo Muti III Duca di Canemorto, già vedovo di Cecilia Massimo, che, nel medesimo anno, presumibilmente anche grazie alla sua dote, permuterà con il principe Marco Antonio Borghese il feudo di Canemorto per il feudo di Rignano. Virginia avrà 8 figli:
Giacomo, che succederà al padre e sposerà Virginia Caffarelli
Carlo Francesco, che sarà Vescovo di Città della Pieve
Cosimo Ferdinando, che sarà Cavaliere di Malta, riceverà dal padre il titolo di Marchese di Settimo e si trasferirà in Piemonte dove sposerà Isabella Presignoli
Anna che sposerà Alessandro Valignani, Marchese di Ceppaguti
Faustina che sposerà il Marchese Troglioni
Filippo, Canonico di S. Pietro, demente, che sarà sotto la tutela del fratello Giacomo
Scevola che sarà Conservatore di Roma e poi si dedicherà alla vita religiosa.
Alla morte del marito, nel 1646, Virginia si ritrova a dover gestire i figli, tutti piccoli, le due figliastre Margherita ed Isabella ancora minorenni ed il Ducato di Rignano il cui pagamento non è ancora completato.Figlia di Camillo Pamphili, Principe di S. Martino e Valmontone, e di Olimpia Aldobrandini, Principessa di Rossano, sposa il 25/11/1671 Giovanni Andrea III Doria, Principe di Melfi.
Dal marito avrà:
Costanza Teresa, che sarà monaca domenicana,
Giovanni Andrea, che succederà al padre e sposerà Livia Maria Centurione,
Maria, che sarà monaca domenicana,
Camillo, che sarà Abate commendatario di San Fruttuoso,
Muore a Genova il 21/3/1728.
La sua discendenza acquisirà nel 1760 l'eredità dei Pamphili dando luogo ai Doria-Pamphili.
Figlia di Pamphilio Pamphili e di Olimpia Maidalchini, sposa nel 1644 Nicolò I Ludovisi, Principe di Piombino e Viceré di Sardegna, per lui sono le terze nozze.
Dal marito avrà:
Giovanni Battista, che succederà al padre, sposerà Maria Moncada e, in seconde nozze, Anna Arduino che gli darà l'unico figlio Nicolò destinato a morire subito dopo il padre,
Olimpia, che diventerà monaca oblata con il nome di suor Anna Maria in Tor de' Specchi e, alla morte del nipote Nicolò, succederà nel principato di Piombino,
Lavinia, che sposerà Giangirolamo Acquaviva d'Aragona, Duca di Atri,
Olimpia Ippolita, che succederà alla sorella Olimpia e sposerà Gregorio I Boncompagni, Principe di Venosa
Rimasta vedova ed incinta, un mese prima di morire designa come suo erede il nascituro, se maschio, per il quale ha già scelto il nome Nicolò o, qualora fosse femmina, Teresa.
Muore però di parto a Cagliari il 3/4/1665, mettendo al mondo il desiderato maschio Nicolò che non le sopravviverà.Chiede di essere sepolta con il marito nella Chiesa di Santa Croce a Cagliari, pregando che vengano successivamente traslate le salme a Roma nella Chiesa di S. Ignazio del Collegio Romano.
Figlia di Camillo Pamphili, Principe di S. Martino e Valmontone, e di Olimpia Aldobrandini, Principessa di Rossano.
Sposa in prime nozze, il 21/6/1670, Bernardino Savelli, Principe di Albano ed in seconde nozze, nel 1676, Nicola Saverio Pallavicini Principe di Civitella.
Da entrambi i matrimoni non avrà figli.
Muore a Roma il 17/2/1709 nel Palazzo Pamphili al Collegio Romano (oggi Doria-Pamphili) ed è sepolta nella Chiesa di S. Agnese a piazza Navona.
Istituisce una secondogenitura a favore del nipote Girolamo Pamphili.
Figlia di Pamphilio Pamphili e di Olimpia Maidalchini, sposa il 12/10/1640
il I Principe di Bassano Andrea Giustiniani, erede del Marchese Vincenzo Giustiniani, dal quale avrà:
Olimpia, che sposerà Maffeo Barberini, Principe di Palestrina,
Caterina, che sposerà Giulio Savelli, Principe di Albano,
Carlo Benedetto, che succederà al padre e sposerà Caterina Gonzaga,
Muore a Roma il 30/10/1684 nel Palazzo Giustiniani ed è sepolta nella Chiesa di S. Maria sopra Minerva, nella Cappella Giustiniani dedicata a S. Vincenzo.
Istituisce una Primogenitura sul Casale Borghetto (oggi noto come Tenuta Giustiniana), acquistato da Virginia Orsini Muti, a favore del nipote Vincenzo Giustiniani, figlio di Carlo Benedetto, al quale lascia anche i propri gioielli.
Istituisce una Secondogenitura sui crediti dovutile da Pietro Caffarelli, ed altri titoli, per un ammontare di 16000 scudi, a favore del nipote Andrea Giustiniani, figlio di Carlo Benedetto.
Per il restante, suoi eredi saranno, in parti eguali, i nipoti Andrea, Giovanni Battista, Girolamo, Alessandro, Carlo e Alfonso, figli di Carlo Benedetto.
Figlia di Giovanni Battista Pamphili e di Violante Facchinetti, sposa il 25/11/1697
Filippo II Colonna, Principe di Paliano e Gran Contestabile del Regno di Napoli, dal quale avrà:
Fabrizio II, che succederà al padre e sposerà Caterina Zefirina Salviati,
Agnese, che sposerà Camillo Borghese, Principe di Sulmona,
Anna, che sposerà Domenico Marzio Carafa, Duca di Maddaloni,
Girolamo, che diverrà Cardinale,
Muore a Roma l'11/2/1751 nel Palazzo Colonna a Piazza SS. Apostoli ed è sepolta nella Collegiata di Sant"Andrea Apostolo a Paliano.
Suo erede sarà il figlio Fabrizio.
Figlia di Camillo Pamphili, Principe di S. Martino e Valmontone, e di Olimpia Aldobrandini,
Principessa di Rossano, sposa nel 1673 Carlo II Cybo, Sovrano di Massa, dal quale avrà:
Alberico II, che succederà al padre e sposerà Nicoletta Clotilde Grillo,
Olimpia Maria, che sarà monaca clarissa nel Monastero di Santa Chiara a Massa,
Fulvia Maria, che sarà monaca clarissa nel Monastero di Santa Chiara a Massa,
Camillo, futuro Cardinale,
Maria Maddalena, che sarà monaca clarissa nel Monastero di Santa Chiara a Massa,
Vittoria Teresa, che sarà monaca clarissa nel Monastero di Santa Chiara a Massa,
Alderano I, che succederà al fratello Alberico II e sposerà Ricciarda Gonzaga.
Muore a Massa il 7/8/1704.
Nasce a Tagliacozzo, unica figlia di Francesco Antonio Paolini e di Silvia Argoli.
A favore del padre, curatore dei beni del Duca di Tagliacozzo Lorenzo Onofrio Colonna, il Re di Spagna aveva eretto il marchesato di Ortona e Carretto dei Marsi.
In seguito al misterioso assassinio del padre, si trasferisce a Roma con la madre e lo zio paterno Giacinto Paolini suo tutore, presto allontanato per appropriazione indebita dei beni della bambina. Dopo un nuovo matrimonio della madre, subito annullato, entra con lei nel monastero di S. Spirito dove viene istruita e scopre l'amore per la poesia.
A soli 10 anni, il 24/9/1673 sposa, alle grate del parlatorio del Monastero, Francesco Massimo, militare di carriera e vice comandante di Castel Sant'Angelo.
Nel 1675, a 12 anni, esce dal convento per entrare nella casa dell'anziano marito.
Dal marito avrà:
Angelo, che succederà al padre e sposerà Cleria Cavallerini,
Emilio, che sposerà Maria Bernardina Ferretti ed i cui figli proseguiranno la Casa,
In seguito ai continui maltrattamenti decide di tornare nel monastero di S. Spirito. Il marito le intenta una causa di separazione che, finita a favore di lui nel 1701, vede Petronilla spogliata del suo patrimonio, del quale le rimane solo un sesto, e gravata dalla proibizione di far visita ai figli.
Nella pace del Monastero Petronilla si dedica allo studio delle lingue, della filosofia ed al componimento. Nel 1697 aderisce all'Accademia degli Infecondi di Roma con lo pseudonimo di Urania Tollerante, nel 1698 viene accolta nel circolo romano Arcadia con il nome di Fidalma Partenide e nel 1699 nell'Accademia degli Insensati di Perugia.
Alla morte del marito, nel 1707, lascia il Convento e si stabilisce a Palazzo Massimo con la madre ed i figli.
Le sue opere ormai famose le aprono le porte delle accademie più prestigiose: gli Oscuri a Lucca, gli Immaturi di Pergola, gli Intronati a Siena.
Le denunce di Petronilla sulla ingiusta condizione femminile, sui pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle donne e sulle conseguenti angherie, rendono i suoi componimenti una anticipazione delle rivendicazioni famministe che saranno recepite dopo oltre tre secoli.
Muore a Roma il 3/3/1726 ed è sepolta nella Chiesa di S. Egidio in Trastevere.
Pur nominando coeredi i figli Angelo ed Emilio, lascia i feudi di Ortona e Carretto al figlio minore Emilio.
Nasce nel 1650, dal Marchese Solderio Patrizi e da Laura di Carpegna, sposa nel settembre 1666 il Marchese Bernardino Spada-Veralli.
Avrà 3 figli:Giulia, che sposerà il Marchese Cosimo Riccardi,
Clemente, che succederà al padre nel Marchesato di Castel Viscardo e sposerà Maria Pulcheria Rocci,
Francesco Maria, che abbandonerà la carriera religiosa per sposare Cecilia Nunez.
Anche lei sottopone i suoi beni al maggiorasco Spada.
Muore a Roma il 19/5/1685 ed è sepolta nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella.
Quattro mesi dopo la sua morte dal paese di Bassanello viene presentato ed aperto il suo testamento, redatto a 16 anni pochi giorni dopo le nozze nel quale dichiara sua erede la nonna paterna.
Nasce da Pompeo Rocci ed Anna Cenci. Sposa nel 1700 il Marchese Clemente Spada-Veralli, dal
quale avrà 3 figlie:
Maria Vittoria, che sposerà il Duca Carlo Federico Muti-Cesi,
Maria Francesca, che sposerà il Marchese Innocenzo Muti (nato Bussi),
Daria, che sposerà il Conte Orazio Marescotti,
Muore il 13/2/1759 a Roma nel Palazzo Spada a Capo di Ferro ed è sepolta nella Cappella di S. Carlo Borromeo della Chiesa di Santa Maria in Vallicella.
Sue eredi sono, in parti eguali, le figlie ed essendo Daria premorta, in sua rappresentanza i nipoti "in stirpes et non in capita".
Figlia del Marchese Clemente Spada-Veralli e di Maria Pulcheria Rocci.
Il 25/2/1734, sposa il Marchese Orazio Marescotti dal quale avrà:
Sforza Luigi, che succederà al padre e sposerà Maria Anna de Torres,
Galeazzo, prelato e cameriere segreto del Papa,
Giacinta, monaca domenicana, con il nome di Suor Giacinta Aurora, in S. Domenico e Sisto,
Eleonora, monaca domenicana, con il nome di Suor Maria Colomba, in S. Domenico e Sisto,
Francesco, Cavaliere di Malta,
Prudenza, monaca oblata, con il nome di Suor Giacinta Teresa, nel Monastero di Tor de' Specchi di Roma.
Bartolomeo, Cavaliere di Malta Muore ab-intestata a Roma il 10/4/1747.
Nasce nel 1639 dal Marchese Orazio Spada e da Maria Veralli.
Sposa il 26/4/1656, in prime nozze, il Marchese Domenico Maidalchini, nipote di Donna Olimpia Maidalchini, imparentandosi così con le famiglie più in vista di Roma: Pamphili, Giustiniani, Ludovisi, Barberini. Il matrimonio è combinato dalla stessa Olimpia Maidalchini con il cardinal Bernardino Spada.
Da Domenico Maidalchini avrà 3 figli:
Andrea, futuro Marchese, che sposerà Maria di Carpegna,
Cecilia, che sposerà il Conte Giulio Bussi,
Rimasta vedova, Eugenia viene convinta dai genitori a sposare nel 1666 l'anziano Duca di Giove Girolamo Mattei. Il nuovo matrimonio le comporterà la perdita della tutela dei figli di primo letto a favore della suocera Pacifica Feliziani. Dal secondo matrimonio avrà:
Alessandro, futuro Duca di Giove, che sposerà Teresa Naro.
Muore a Roma il 6/3/1717 nel Palazzo Mattei, posto vicino a Santa Caterina de' Funari, ed è sepolta nella Cappella Mattei della Chiesa di Santa Maria in Aracoeli.
Suoi Eredi saranno i figli Andrea Maidalchini ed Alessandro Mattei.
Nasce il 5/7/1669 dal Marchese Bernardino Spada Veralli e da Vittoria Patrizi.
Sposa nel 1692 il Marchese Cosimo Riccardi e si trasferisce a Firenze.
Dal marito avrà 9 figli:
Teresa, che sposerà nel 1724 il conte Piero Strozzi,
Muore a Firenze il 23/1/1755.
Figlia del Marchese Francesco Maria Spada e di Cecilia Nunez. Alla morte della madre, viene allevata nel Monastero delle Orsoline sotto la tutela dello zio Clemente Spada-Veralli.
Nel 1663 sposa il Conte e senatore bolognese Gerolamo Bentivoglio, dal quale avrà:
Caterina, che sposerà il Marchese Orsi di Bologna,
Eleonora, che sposerà in prime nozze Ilario Venturi e, in seconde nozze, Enea Crivelli.
Muore a Milano.
Figlia del Marchese Clemente Spada-Veralli e di Maria Pulcheria Rocci.
Il 20/4/1726, sposa il cugino Marchese Innocenzo Muti, nato Bussi, nipote di Eugenia Spada.
Dal marito avrà 4 figli:
Giovanni Paolo, che succederà al padre e sposerà Chiara Bevilacqua,
Maria Geltrude, che sarà monaca nel Monastero di Tor de' Specchi di Roma,
Bernardino, prelato, Nunzio in Portogallo,
Giovanni Battista, che sarà Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro,
Muore a Roma il 16/3/1798 nel Palazzo Muti dell'Aracoeli ed è sepolta nella cappella Muti della Chiesa di San Marcello al Corso.
Suo erede è il figlio Giovanni Paolo Muti.
Nasce nel 1711 dal Marchese Clemente Spada-Veralli e da Maria Pulcheria Rocci. Il 13/8/1731 sposa Carlo Federico Muti-Cesi, Duca di Acquasparta e di Rignano.
Non avranno figli ed il marito raggiungerà nel 1762 un accordo con il fratello minore, Federico V Muti-Cesi, affinché rinunci alla carriera religiosa e si sposi per garantire una discendenza alla Casa.
La giovanissima cognata, Marianna Massimo, sarà la madre di Federico VI, futuro Duca di Rignano.
Nel 1774, alla morte del marito, Maria Vittoria si ritirerà nel Convento delle Paolotte di Roma dove morità il 9/10/1780 e dove chiederà di essere seppellita.
Suoi Eredi saranno, in parti eguali, i discendenti primogeniti delle sorelle: Giovanni Paolo Muti, quale figlio di Maria Francesca Spada e Francesco Marescotti, quale nipote di Daria Spada.
Figlia del Marchese Francesco Maria Spada e di Cecilia Nunez. Alla morte della madre, viene allevata nel Monastero delle Orsoline sotto la tutela dello zio Clemente Spada-Veralli.
Nel 1757 professa i voti nello stesso Monastero, assumendo il nome di Suor Maria Diomira di S. Giuseppe, e, come disposto dalla madre, effettua formale rinuncia a favore della sorella Maria Anna.
Figlia del Marchese Orazio Spada e di Maria Veralli.
Sposa nel 1658 il Marchese Giovanni Battista Verospi.
Dal marito avrà:
Leone, che erediterà patrimonio e nome dei Vitelleschi
Maria Vittoria, che sposerà Virginio Cenci,
Penelope, che diverrà monaca,
Muore a Roma il 16/9/1680.
Effettua una donazione "Causa mortis" dei suoi beni con principali destinatari i figli Fabrizio e Leone Verospi.
Figlia di Ippolito Vecchiarelli, nobile reatino, e di Claudia Aligeri. Sposa nel 1658, il settantenne Giovanni Andrea Muti al fine di fornire un erede al ramo primogenito della Famiglia Muti che era in procinto di estinguersi.
L'erede nascerà postumo:
Le parole di Diamante, che escludono energicamente dalla sua eredità un figlio illegittimo, fanno pensare alle vicende del cognato Giovanni Battista, Marchese di Gassino, che aveva avuto a Torino, da Maria Olivieri, un figlio naturale, Onofrio, successivamente legittimato dal Duca di Savoia.
Qualora il figlio non avesse avuto eredi maschi, Diamante voleva che tutti i suoi beni pervenissero ai figli del nipote: il Conte Pietro Odoardo Vincentini.
Diamante muore il 7/1/1707 nel Palazzo Muti-Bussi all'Aracoeli ed è sepolta nella Chiesa di S. Pietro in Vincoli.
Giovanni Andrea Giuseppe, seppure dal testamento di Diamante sembra aver avuto un figlio, non avrà eredi ma lascerà come successore un discendente della zia Cecilia Muti che aveva sposato il Conte Giulio Bussi di Viterbo: Innocenzo Bussi, con la condizione che sposi Maria Colomba, figlia di Pietro Odoardo Vincentini che avrebbe recato in dote i beni di Diamante.
Nasce a Palermo da Francesco Rodrigo Ventimiglia Cortes (conte e marchese
di Gerace) e Caterina Aragona Pignattelli. Per parte materna è anche lei pronipote di un papa (Innocenzo XII).
Il 15/8/1693 sposa Urbano Barberini ed il 3/12/1699 dà alla casata Barberini il tanto sospirato erede maschio: Ruggero.
La sua vita è però funestata il 23/3/1703 dalla morte, a poco più di tre anni del
bambino.
Si separerà dal marito trovando rifugio nel Palazzo al Monte di Pietà del
cognato Cardinal Francesco e, successivamente, nel convento della SS.
Annunziata.
Muore a Roma il 5/1/1709 designando erede universale lo zio Mons. Carlo
Ventimiglia.
Professa una profonda stima e riconoscenza per il cognato Cardinal Francesco al quale lascia, a titolo di legato, tutti i beni dotali da lei
portati a Casa Barberini ed un rancore profondo per Urbano Barberini, che evita anche di citare nel suo testamento.
E' sepolta nella Chiesa di S. Nicola di Tolentino a Roma.
Nasce nel 1616 dal Barone Giovan Battista Veralli, signore di Castel Viscardo, e da Giulia Benzoni. Suo zio è il Cardinal Fabrizio Veralli.
Alla morte della sorella Giulia, Maria è l'ultima discendente ed erede della sua Casata.
Nel 1635 sposa Orazio Spada, nipote del Cardinal Bernardino, al quale porta in dote 31.500 scudi, il feudo di Castel Viscardo, eretto contestualmente a marchesato da papa Urbano VIII, ed il Palazzo Veralli a piazza Colonna.
Dal marito avrà 10 figli:
Bernardino, succederà al padre assumendo il cognome Spada-Veralli e sposerà Vittoria Patrizi,
Eugenia, sposerà il Marchese Domenico Maidalchini e, in seconde nozze, il Duca Girolamo Mattei,
Fabrizio, futuro Cardinale,
Alviano, sarà Cavaliere dell' Ordine di S. Spirito e Gran Priore di Venezia,
Ciriaco, prelato,
Virginia, sposerà il Marchese Giovanni Battista Verospi,
Suor Maria Giulia, monaca oblata nel Monastero di Tor de' Specchi di Roma,
Suor Caterina Angelica, monaca oblata nel Monastero di Tor de' Specchi di Roma.
Nella Galleria Spada è conservato un dipinto, attribuito al danese Berardo Keilhau (Monsu Berardo), che la ritrae con i cinque figli maschi.
Muore a Roma il 21/3/1686 nel Palazzo Spada a Capo di Ferro ed è sepolta nella Cappella di S. Carlo Borromeo della Chiesa di Santa Maria in Vallicella.
Istituisce un Fidecommesso su Castel Viscardo a favore del figlio Bernardino. Essendo però stata precedentemente convinta dal marito a sottoporre i suoi beni al maggiorasco Spada, il feudo di Castel Viscardo giungerà dopo la morte del nipote Clemente Spada-Veralli, al ramo di Faenza degli Spada.
Nei restanti beni designa come suoi eredi, in egual parte, gli altri figli maschi.
Figlia del Conte Pietro Odoardo Vincentini, nobile reatino.
Il suo matrimonio, l'8/8/1720, con Innocenzo Bussi è condizione affinché lui abbia diritto a succedere nei beni, cognome e titolo di Giovanni Andrea Giuseppe Muti.
Scopo di Giovanni Andrea Giuseppe Muti è di unire le discendenze dei suoi genitori: Muti e Vecchiarelli e garantire che i beni della madre rientrino in famiglia.
Innocenzo infatti discende da Cecilia Muti sorella di Giovanni Andrea padre di Giovanni Andrea Giuseppe.
Maria Colomba invece discende da Gliceria Vecchiarelli sorella di Diamante Vecchiarelli madre di Giovanni Andrea Giuseppe e suo padre era stato dichiarato erede da Diamante, in sostituzione del figlio, qualora questi non avesse avuto eredi.
Maria Colomba muore però di parto prima del 1723 ed è sepolta nella Chiesa di S. Marcello al Corso, nella cappella della Famiglia Muti dedicata alle Sante Degna ed Emerita dove nel 1725 il marito farà erigere come monumenti sepolcrali due statue, realizzate da Bernardino Cametti, una dedicata alla moglie e l'altra in memoria dello zio.
Nasce intorno al 1671 da Francesco Zeno e Chiara Ottoboni, patrizi veneti. E' peraltro nipote, dal lato materno, di papa Alessandro VIII.
A 19 anni, nel 1690, sposa Urbano Barberini.
A circa un anno dalle nozze, il 20/9/1691, senza figli, muore a Roma nel Palazzo alle 4 Fontane, lasciando erede universale il cugino Cardinal Pietro Ottoboni.
E' sepolta nella Cappella Barberini in Sant'Andrea della Valle.
a cura di Maria Gemma Paviolo
Ultima modifica: 18/11/2012