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secc. XVI - XIX
Memoriale in 5 volumi, che riporta le origini storiche del monastero delle monache di S. Sisto fino al loro trasferimento a S. Caterina da Siena a Magnanapoli e interessa l'arco temporale dal 1219 al 1640.
[1219] - 1640
I volumi non recano la data della loro compilazione.
Documento autografo.
Trascrizione: Il passo trascritto si riferisce al IV volume delle Memorie: "Quel vorace tempo che disfece le monarchie, annullò li Regni, demolì li Stati, le Città consumò, e gittò a terra le più forte torre, puotè col girar degl'anni rendere da suoi colpi danneggiato il già fiorito et felice Monastero di S. Sisto; poi ché disabitato li Pontifici il Palazzo Lateranense, et trasferendo fuori dell'Italia la sede Pontificale, fu anco la Città di Roma et luoghi vecini al Monastero lasciati abbandonati, seguitò il Pontefice da Cardinali et Prelati, et dalla Nobiltà Ramana; cominciarono a patire di molti disastri nelli beni temporali; e danni nella sanità de' corpi; impedimenti nell'haugumento dello spirito, perciò ché non mancarono di quei che sotto vani pretesti, a mano armata, toglievano li casali et li bestiami del Monastero cacciandone a furore soldatesco con vituperio li custodi et famigli che vi tenevano le suore; et come che non havessero dove ricorrere per essere liberate da codesti ingiusti e tirannici torti ricevuti, stavano le buone Religiose afflitte et tribolate; a cui si aggiunse un incendio che le abbrugiò tutto un dormitorio con danno grande, anco, delle robbe che vi si conservavano, a' quali succedette poi l'altro travaglio di una grande Carestia, ed essendo mancate le elemosine, et le soliti provisione, erano costrette vendere et impegnare alcune case ed altri beni. […] Quando che condotte per Ordine di Papa Leone decimo le monache di S. Aurea in S. Sisto, dovendosi ristaurare il loro Monastero et Chiesa, et vedute essere maggiore le spese di quelle che si stimarono prima, a cui non erano suficiente le Rendite di quel monastero, a supliche del R.mo M.o Generale F. Vico Caitano, concedette il Pontefice si unissero questi due Monasteri in uno, et delle riscossioni communi di fabricasse un nuovo Monastero in parte dove con la buona qualità dell'aria godessero tutte la sanità corporale et si rendessero habile all'Osservanza regolare."
7 lettere molto formali in risposta a quelle paterne con attenzione ai fatti della quotidianità.
1542 - 1549
Le lettere in questione si riferiscono alle seguenti date, riportate secondo
l'ordine in cui sono state trascritte: 2 Febbraio 1542, 23 Luglio 1543, 21 Marzo 1541, 19
Dicembre 1543, 4 Settembre 1549, 3 Novembre 1544 e 3 Marzo 1544.
Consistenza: carte 8
Delega di scrittura.
Trascrizione postuma delle consorelle.
3 lettere, dalle quali traspare l'affetto e l'intimità che c'era tra i fratelli e nelle quali vengono trasmesse informazioni sullo stato di salute ed esortazioni a coltivare la vita spirituale.
1559
Le lettere in questione si riferiscono alle seguenti date riportate secondo
l'ordine in cui sono state trascritte: 17 Luglio 1559, 1 Settembre 1559 e 31 Dicembre
1559.
Consistenza: carte 4
Delega di scrittura.
Trascrizione postuma delle consorelle.
Traduzione dal latino in volgare.
1653
Consistenza: vol. 1
Documento autografo.
1 volume di 32 capitoli.
Poesia per augurare alla zia buon Natale e ogni bene nei figli e nei domestici in nome del "dolce vincolo" che le lega, vincolo di sangue e d'amicizia. L'autrice della poesia è suor Filomena.
[1700]
Consistenza: carte 4
Documento autografo.
Sonetto di carattere religioso.L'autrice è anonima.
[1700]
Consistenza: carta 1
Scrittura attribuita.
Trascrizione: "Nel sacro ospizio ove io tempo entrai. A te strinsi con affetto intenso e teco vissi: e quivi, oimè, lasciai i lieti giorni ch'io sospiro e penso […] or ti direi come sia dolce cosa uscire dal vano mondo in bianco velo per esser sempre di Gesù la Sposa: e starsene qual giglio in su lo stelo, crescer più bella di una bella rosa, e andar sicura per le vie del cielo."
Sonetto per celebrare la dedizione e l'amore delle sorelle per la madre generale.
1850
Documento autografo.
Trascrizione: "O dolce Madre che a segnar la via del Paradiso a noi diede il Signore, come fu ognor soave al nostro cuore la voce tua non men saggia che pia. […] T'abbia amor guida il tuo gregge diletto: né verrà meno al tuo provvido impero, né il soccorso di Dio, né il nostro affetto. […]"
Poesia in 16 sestine, in cui viene manifestato tutto il dispiacere dell'autrice per la mancata partecipazione alla vestizione della sua cara amica Teresina. L'autrice è anonima.
1864
Consistenza: carte 4
Scrittura attribuita.
Trascrizione: "Oh se una lagrima d'invidia e amore potessi spargere! Ma il ciglio al core oggi rispondere non sa per me! Oh almeno un bacio, mia dolce amica, potessi imprimere sulla pudica tua man che impalmasti dal Re dei re! […] Sol quando al mistico Sposo la sera ti prostri fervida nella preghiera, Teresa pregoti non mi scordar."
Poesia in 6 sestine in cui si celebra la gioia per la liberazione del monastero da parte delle truppe francesi. L'autrice della poesia è anonima.
1867
Consistenza: carte 2
Scrittura attribuita.
Trascrizione: "Oh di qual luce insolita splende sì lieto giorno! Oh quale gioja spandesi su tutte noi intorno! Ecco l'eterno ai fervidi volti, di noi piegò! […] Tra noi le Primogenite, figlie del gran Guzmano per diciotto anni invano sulle vietate soglie sospirar così! […] Ma lode a Dio passarono i giorni del dolore, nei cari tabernacoli, negli altari del Signore quali colombe timide riposerem con te."
Poesia divisa in due parti: una relativa agli avvenimenti del giorno 8, l'altra agli avvenimenti del giorno 9. Narrazione dei giorni in cui i francesi liberarono il monastero dalla loro presenza e descrizione della grande festa che si fece in onore del lieto evento. In quest'ultima parte vengono riportati i nomi di tutte le monache della comunità. L'autrice della poesia è una consorella che però non ha posto in calce la sua firma.
1867
Consistenza: carte 4
Scrittura attribuita.
Trascrizione: "Prima che sfuggami dalla memoria, narrare voglio la vera storia, di quando videsi al dì 8 e 9 a Magnanapoli e proprio dove sorge per opera del Ghisliero arcibellissimo un monastero. Del gran Domenico alle figliuole che a fatti mostrano più che a parole, la virtù solida, la cortesia senza ombra o maschera d'ipocrisia. Dunque di Maggio nel giorno detto, giorno bellissimo sotto ogni aspetto perché ridevano e terra e cielo il Sol mostrandosi senza alcun velo, se ben ricordomi fu giovedì, la cosa inizio ebbe così. Già le milizie del franco Sire per la Deo gratias
Poesia in 20 sestine in cui si celebra, con una apparente vena ironica e sarcastica, l'entrata in monastero di Marietta Gescomelli. L'autrice del componimento è anonima.
1869
Consistenza: carte 4
Scrittura attribuita.
2 fogli fronte e retro decorati a mano.
Trascrizione: "Perché rompon le Suore oggi la testa, a poveri christian col suornar tanto? Degli Olivi è domenica, né festa ricorre già di qualche insigne santo. Si vede che non han da far niente e prendon gusto di inquietar la gente. […] Io testè l'imparai dalla fattora, amica mia di buona indole quiete, delle sue confidenze essa mi onora, ma con gli altri però molto è secreta, né di bocca sfuggir si lascia un zero di quello che succede in monastero. […] Mi disse dunque che le suore avrieno fatt'oggi acquisto di nuova sorella, che al gentil tratto è ad un volto sereno veniva insieme ogni virtù più bella, e attratta dall'amor del divin Sposo, sceglieva il chiostro il placido riposo. Uh, riprese l'audace, tutta questa è del lungo suonar la gran ragione? Qual scipitezza di suonare a festa perché una giovin chiudesi in prigione! Secondo il mio parere debole e corto saria meglio, direi, suonare a morto! Già di capo sarà qualche stranezza che sospinge costei ad entrar nel chiostro dei parenti suoi l'aspra durezza oppure perché brutta è come un mostro, ond'io son certa che di poi pentita tardi conoscerà che fu tradita. […] Te felice, o donzella, io lodo e ammiro l'alto disegno che a compir t'appresti, sol la virtù dell'increato spiro così nobil sensi in cor t'ha desti, segui il divin impulso e sta sicura che vivrai lieta nelle sane mura"
Poesia in 35 quartine composta dall'autrice per celebrare il suo l'onomastico e quello della priora. Il nome dell'autrice del componimento, nascosto tra le righe del testo, è suor Pia.
1872
Consistenza: carte 4
Documento autografo.
Trascrizione: "Madri dolcissime, sorelle care, prego vogliatemi oggi ascoltare. […] Il mio onomastico giorno il sapete è il 5 maggio se nol credete. Ecco leggetelo sul breviario, ecco registralo anche il lunario, però confesso candidamente che fui a un termine di non far niente […] Crepi avarizia, ancor dissi, io voglio che un brindisi gacciamo a Pio. Presto si cerchino delle ciambelle, caffè, rosolio e pastarelle. Mentre inamminommi dalla Priora per la licenza ecco vien fuora. Tutta pacifica Pia Margherita e saria seria, quasi stizita. Adaggio, dissemi, carina mia, anche io sappiatelo mi chiamo Pia. Sono nell'Ordine di voi più anziana né alla baldoria voglio esser strana. […]"
s. d.
Poesia scritta dalla maestra delle novizie suor Teresa Maddalena Gappi in cui si celebra l'ingresso in monastero di Angelica Pannilini.
1851
Documento autografo.
Trascrizione: "Vieni ti dicon le dilette suore, vieni al claustro bramato, alma donzella, qui troverai la pace del tuo cuore e dì più lieti nell'età novella. Vieni ti dico anche io piena d'amore, vieni al silenzio dell'amica cella.[...]"
Poesia.
1859
Scrittura attribuita.