Ordine dei Padri Predicatori

Serie: XII Monasteria et Congregationes Sororum

b. 2170

«Avezzano Monasterium S. Catherinae. Epistola»

secc. XVIII - XIX

- Elogio funebre per la morte di suor Arcangela Foschi, scritto dalla sottopriora

1 elogio funebre in cui si esprime il cordoglio per la morte di suor Arcangela Foschi, priora del convento, deceduta all'età di 56 anni. Si ripercorrono le tappe salienti della sua vita e si lodano l'umiltà, la compostezza e la pazienza di questa religiosa, ma anche l'amore che nutriva per il lavoro, per il silenzio e per la povertà.

1759 luglio 24

Consistenza: carta 1

Scrittura attribuita.

Il foglio a stampa su cui è stato impresso l'elogio funebre reca in calce solo la qualifica di chi l'ha scritto, ma non il nome per esteso.

- Lettere della priora suor Maria Serafina Minicucci al padre generale

2 lettere: nella prima la priora lamenta la povertà del monastero e la mancanza di vestiti e di cibo; nella seconda racconta della visita che sua cognata, scortata dal padre vicario, aveva effettuato nel monastero per far visita alle sue due figliole affette da vaiolo. Denuncia inoltre che successivamente il vicario aveva condotto sua cognata in perlustrazione per tutto il monastero. Infine la priora chiede al padre generale di riparare a tali "sconcerti" e di non rivelare a nessuno la fonte da cui aveva appreso tali informazioni.

1785 ottobre 25 - 1785 ottobre 29

Documento autografo.

Trascrizione: "Mi vedo nella necessità di ricorrere ai piedi di V.P. e rapresentarle come noi tutte sue figlie ci troviamo angustiatissime di coscienza per motivo della vita comune, la quale, obbligandoci a faticare per la comunita [...], non siamo poi sovvenute del bisognevole per vestire e tutta latro che ci occorre e ci vien francamente negato con rimproveri ingiusti e falsi di mangiar troppo e che non volemo faticare. [...] Sono dodici anni che mai ci hanno fatto tonache, né altra robba necessaria per vestirci [...]"

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- Lettera della priora suor Maria Crocifissa Mastroddi a destinatario ignoto.

Alla scadenza dei due anni di priorato suor Maria Crocifissa domanda perdono per tutte le mancanze commesse durante il suo incarico e chiede che il mandato del confessore padre Rosa venga prorogato per un altro biennio.

1822 maggio 6

Documento autografo.

- Lettere della priora suor Maria Raffaella Minicuccia destinatario ignoto

2 lettere in cui suor Maria Raffaella rende noto che è stata nominata priora del monastetro e lamenta il fatto di non aver ancora ricevuto alcuna notizia circa le sorti del confessore padre Fiocco, il quale si è dedicato con passione e devozione alla cura della salute spirituale del monastero e "ha fatto tanto per rivendicare i diritti dell'Ordine".

1822 luglio 15 - 1838 ottobre 7

Documento autografo.

- Lettere della priora suor Maria Rosalba Orlandi al vicario generale F. Giuseppe Maria Velzi

3 lettere. In una la religiosa comunica al vicario generale che il sacerdote che era stato assegnato al monastero per ricoprire la carica di confessore non si è mai presentato; chiede quindi che venga inviato presso l'istituto un nuovo confessore che appartenga, questa volta, all'ordine domenicano. Nelle altre lettere si inviano gli auguri di Natale e si comunica l' entrata in monastero di tre ragazze di buona famiglia.

1827 maggio 12 - 1827 ottobre 19

Documento autografo.

- Lettera della priora suor Maria Teresa Patosti al vicario generale padre Francesco Ferdinando Iabulotta

1 lettera in cui vengono porte le scuse circa alcune vicende che si sono verificate nel passato, si accenna in breve alle condizioni in cui versa la comunità e si chiede al padre vicario di degnare il monastero di una visita.

1833 luglio 17

Documento autografo.

- Lettere della priora suor Maria Teresa Patosti al vicario padre Benedetto Olivieri

2 lettere in cui la religiosa comunica al vicario la scadenza del suo priorato, chiede ammenda per tutti gli errori e le mancanze commesse durante il suo incarico e fa sapere che a breve dovrà pronunciare la professione di fede una corista, la cui famiglia vuole dare al monastero un terreno in enfiteusi. Conclude sottolinenado la grande gioia che prova nell'abbandonare il pesante ufficio del priorato.

1834 luglio 14 - 1834 agosto 4

Documento autografo.

Buono stato di conservazione.

- Lettere della priora suor Maria Angelica Pompei al padre generale Maurizio Benedetto Olivieri

2 lettere in cui la priora chiede al padre generale di accordare al converso fra Domenico Senese, anche se "di altra religione", il permesso di recarsi in visita alla Madonna di Loreto. La priora, infine, supplica il vicario affinchè non allontani dal suo monastero "l'ottimo confessore" e chiede che gli venga permesso almeno di portare a termine il suo mandato biennale.

1834 ottobre 31 - 1835 febbraio 8

Documento autografo.

Buono stato di conservazione.

b. XII 2170

sec. XIX

- Lettere della priora Maria Angelica Pompei al vicario generale Maurizio Benedetto Olivieri

2 lettere in cui la priora chiede al vicario generale di accordare al converso fra Domenico senese la possibilità di recarsi in visita alla Madonna di Loreto, anche se è "di altra religione", e supplica il vicario affinchè non allontani dal suo monastero l'ottimo confessore e chiede che almeno gli sia permesso di portare a termine il solito biennio.

1834 ottobre 31 - 1835 febbraio 8

Documento autografo.

- Lettera di suor Teresa Patosti al padre generale Giacinto Cipolletti

Si riferisce sui problemi arrecati da padre Cappabianca.

1835 maggio 19

Documento autografo.

Trascrizione: "Io che scrivo sono come sopra la passata priora e l'assicuro che il P. […] Cappabianca non mi ha fatto stare un'ora tranquilla, sempre mi diceva di volersene andare, ora che non c'è rimedio se ne vuole pentire […] Quello di che la prego è di scrivere alla sotto priora, la quale ha tenuta inquieta sempre questa comunità a volersi fare il fatto suo […] La detta sotto priora la facera una volta priora ma certo che non ci sarà più".

- Lettera di suor Maria Rosalba Orlandi al padre generale Giacinto Tommaso Cipolletta

Si affrontano questioni inerenti al nuovo confessore padre Cappabianca e si esprime dispiacere per il precedente confessore padre Fiocco, che ha dovuto abbandonare l'incarico.

1835 maggio 3

Documento autografo.

- Lettera della sottopriora Maria Rosalba Orlandi al vicario generale Maurizio Benedetto Olivieri

La sottopriora chiede di non far allontanare dal monastero il padre spirituale in quanto questi si è rimesso di salute e soprattutto perché, se potesse permanere presso il monastero, "si vedrebbe da queste sue figlie gran progressi per la via della perfezione".

1835 febbraio 2

Documento autografo.

- Lettere della priora Maria Angelica Pompei al vicario generale Giacinto Cipolletti

7 lettere relative alla nomina del nuovo confessore ordinario e all'elezione del nuovo vicario. La lettera del 5/2/1836 accompagna un dono. Nella lettera del 27/7/1836 la priora lamenta il fatto che il monsignore non agisce di sua propria volontà, ma si fa condizionare da ciò che dicono i preti, i quali inventano calunnie e durante le visite del monsignore vanno a curiosare nelle stanze delle monache.

1835 aprile 10 - 1836 luglio 27

Documento autografo.

Trascrizione: 30/4/1889 "E' inesprimibile la gioia e il contento mio e quello di tutte queste sue Figlie e suddite nel ricevere […] che ha costituito per nostro confessore ordinario il non mai abbastanza lodato P. Raffaele Fiocco è […] e per ciò sia io che queste sue Figlie e suddite la ringraziamo infinitamente con i più vivi sentimenti del cuore […] Siccome il presente P. confessore, per maggiormente attendere alla direzione delle coscienze, ha dimostrato piacere di non avere il carico degli affari temporali […] perciò io a nome anche di queste sue Figlie e suddite la supplichiamo di patentare nell'officio di Vicario il P. Angelo Tacianci, presidente del convento della Scurcola, luogo molto vicino da qua".

- Lettera di suor Felice Maria di S. Rosa al maestro generale Tommaso Giacinto Cipolletti

La suora chiede alcune licenze per motivi personali, in quanto le precedenti licenze non sono più state da lei consumate.

1836 luglio 24

Documento autografo.

- Lettera di alcune religiose al padre generale Angelo Anarcani

Le religiose lamentano la dipartita di padre Fiocco e il governo della nuova priora.

1838 dicembre 30

Documento autografo.

Trascrizione: "Le madri di questo suo monastero qui sotto scritte si trovano nella necessità di far conoscere alla P. S. Reverendissima quanto in esso si passa acciò voglia dare l'opportuno rimedio. Il non essere più confessore di questo monastero il non mai abbastanza lodato p. Fiocco non poteva cogliere la circostanza più critica per queste povere monache, giacchè non solo è per noi la massima disgrazia il non averlo più confessore, ma più che mai viene a scontentargli lo stato spirituale e temporale, dovendo cessare di essere superiore e dovendo partire, già per tutti i motivi che avrà conosciuto V. P. dalla M. Priora, che riguardano la possidenza e l'amministrazione, cosa che gli raccomandiamo col tutto il cuore a volersene interessare [...] Ma sopra tutto quello che più ci affligge colla partenza del P. Fiocco si è che il monastero resta governato da una priora, che sebbene sia osservante, pure atteso la sua età e la sua inesperienza e soprattutto di essere di propria testa, che opera senza consigli e senza prudenza, non è capace di governare e commette grossi sbagli. […] E dentro 3 mesi che è stata fatta priora ha cacciato una superbia e un dispotismo che già si è resa insoffribile a tutta la comunità, la quale si lagna con noi che siamo anziane. […] La priora si fa consigliare dai suoi parenti e da secolari e questi sono quelli che oggi regolano il monastero. Noi non possiamo dir niente che colla sua autorità ci fa tacere è […] Dice essa di vaer rinunciato al priorato, se vuole P. S. fare questa grazia è […] ed accettare la rinunzia".

- Lettera della priora Raffaella Minicucci a padre Benedetto Olivieri, commissario del Santo Ufficio

Propone l'elezione del confessore ordinario padre Fiocco a "presidente generale".

1838 agosto 24

Documento autografo.

Su carta blu.

- Lettera firmata dalla priora Maria Raffaella Minicucci e dalle sue consorelle al padre generale Angelo Ancarani

Chiedono che padre Fiocco resti con loro.

1838 agosto 23

Documento autografo.

Trascrizione: "Nel sentire da questo nostro P. confessore quanto la P. S. Reverendissima glifa sapere rapporto al ricorso che monsignore ha fatto alla Sacra Congregazione non vuole riconoscerlo come tale, tutta la comunità si è sconcertata in modo che non sarà per riacquistare la pace se non dopo che saremo restate assicurate che resterà qua per confessore e priore il P. Fiocco […] né abbiamo potuto permettere che differisse la sua partenza per Roma fino alla settimana entrante, ma assolutamente abbiamo voluto che subito partisse e si portasse dalla P. S. a fargli sentire tutto il necessario per poter smentire le calunnie ed i pretesti del Vescovo, il quale non ha questa autorità per riconoscerlo […] Tutto il resto non appartiene a lui, né vogliamo dipenderci affatto, abbastanza ci ha tenute e ci tiene angustiate, alla fine esso è nostro superiore e noi non lo vogliamo, e se non cessa di più angustiarci, siamo tutte disposte a ricorrere al papa […] sebbene non è lui che opera, che è quasi del tutto stordito dalla vecchiaia, ma un certo Cardinal Borelli che forse per alcuni fini suoi particolari ci sta così inquietando […] Noi adunque abbiamo cercato unanimamente ed a pieni voti abbiamo confirmato il P. Fiocco per confessore […] Noi alla fine siamo le padrone e abbiamo tutto il diritto di pretendere la pace delle nostre coscienze".

- Lettere della priora Maria Crocifissa Ciccotti al padre generale Angelo Ancarani

14 lettere in cui la priora dà notizie della comunità religiosa. In particolare riferisce alcuni fatti anomali che accadono nel monastero: innanzi tutto una religiosa riceve da padre Fiocco lettere scritte in numeri, quasi fosse un codice; si stupisce di come padre Penna sia informato di ciò che lei confida al padre generale e attribuisce questo al mancato rispetto dell'obbligo del silenzio a cui sarebbe tenuto il confessore. La priora riferisce di aver scritto nei giorni passati al monsignore di un certo accordo tra la curia e il monastero, ma le religiose si rifiutano di riunirsi se prima non viene risolta la questione del confessore padre Fiocco.

1838 ottobre 16 - 1840 agosto 13

Documento autografo.

La lettera del 22/12/1838 è scritta su carta blu.

- Lettere firmate dalla priora Maria Crocifissa Ciccotti e dalle sue consorelle al padre priore

2 lettere di protesta in cui le religiose si oppongono al riconoscimento del padre priore come confessore e sottolineano che, se venisse al monastero in qualità di confessore, riceverebbe certamente un affronto e "se vuole risparmiare questo dispiacere si stia a fare i fatti suoi". Rivendicano infine il diritto di scegliersi da sole il confessore.

1838 ottobre 18 - 1838 ottobre 29

Documento autografo.

- Lettere della priora suor Raffaela Minicucci al padre generale Angelo Anarcani

4 lettere in cui la priora sostiene che Candida Turriani, avendo dato prova della sua vocazione assistendo a tutte le funzioni che hanno luogo in chiesa e avendo tenuto una condotta esemplare, può essere ammessa a vestire l'abito religioso; si rallegra con il padre generale per la sua elezione a superiore e capo di tutto il loro ordine; ringrazia per una visita.

1838 giugno 17 - 1836 giugno 29

- Lettera di suor Maria Candida Patosti al padre generale Angelo Anarcani

La suora confida al padre generale che da sei mesi si sente angustiata a causa dell'attuale confessore con il quale non ha alcuna confidenza.

1839 ottobre 1

Documento autografo.

- Lettera di suor Raffaela Minicucci e suor Rosalba Orlandi al padre generale

A nome della loro comunità rifiutano di accettare padre Pennarda come confessore e vicario.

1839 gennaio 29

Documento autografo.

Su carta blu.

Trascrizione: "Noi qui sottoscritte, due religiose anziane, umilmente colla presente esponiamo alla P. S. che avendo inteso da questa M. priora che la P. S. ha fatto conoscere di voler mandare qua per vicario il P. Pennarda, noi due a nome di tutta la comunità supplichiamo P. S. a non mandarlo qua né per confessore né per vicario".

- Lettera di suor Maria Rosalba Orlandi al padre generale

La monaca si lamenta della povertà del monastero, delle spese incombenti anche a causa del fatto che il monastero si trova gravato di due conversi e un giovane portati dal padre confessore Pennarda. Chiede quindi la grazia di sgravare la povera comunità da tutto questo peso.

1839 giugno 5

Documento autografo.

- Lettera di suor Maria Serafina Carusi maestra di novizie al padre generale Angelo Anarcani

La suora riferisce sui problemi che le causa una novizia.

1839 luglio 28

Trascrizione: "Deggio incomodare la P. S. per un affare il più interessante della nostra religione, riguarda l'educazione delle novelle piante che mi si hanno affidate alla mia cura. Ora P. S. una giovane di fresco professa sta procurando in tutti i modi possibili per sottrarsi dalla soggezione della maestra e [?] da ciò che hanno pratticato e stanno tuttavia pratticando l'altre novizie professe. Vorrebbe questa godere quelle preminenze che si concedono alle madri che da molto tempo sono in religione, vorrebbe avere la libertà di frequentare il parlatorio, godere spesso di visite da parenti ecc. Insomma la pretenzione è quella di voler uscire dal noviziato e dispensarsi dai 4 anni di noviziato […] Ora P. S. mi sembra che dispensandosi a quest'una il noviziato, dovrà certamente dispensarsi all'altre e già vi sono due giovani che fra breve saranno ammesse all'abito. […] L'altro motivo per cui non dovrebbe dispensarsi questa novizia si è per le monache non volevano riceverla e ammetterla alla solenne professione e ciò per più motivi che riguardano tanto il morale che il fisico, nel noviziato non ha dato riprove dello spirito di vocazione […] per cui gli fu prolungato il noviziato dal confessore passato, non è atta per il coro niente affatto, ha un temperamento altero e crede di essere qualche cosa, mentre si è dovuto sentire dalla bocca di suo padre che la figlia potrebbe essere la maestra delle altre novizie. […] Vi è consuetudine in questo monastero che le novizie nel venerdì hanno la venia nel Refettorio colla cappa, quest'umiliazione si è praticata da tutte, ora l'anzidetta novizia vuole dispensarsi e ne ha impegnato il padre acciò gli ottenga dai superiori questa dispensa […] e questa novizia non ha neppure meriti di Natali è la più infima di tutte".

- Supplica di suor Maria Candida Patosti, suor Maria Annunziata Carusi, suor Maria Clementina Parcarj, suor Maria Crocifissa Ciccotti

Si chiede di rifiutare l'ammissione al monastero di Candidarosa Turriani a causa del suo scarso spirito religioso e della cattiva reputazione della sua famiglia.

1840 dicembre 7

Documento autografo.

Trascrizione: "Le qui sottoscritte sue umilissime figlie del monastero di Avezzano devotamente espongono come una tal Candidarosa Turriani di questo comune aspira di entrare in monastero nell'idea di indossare l'abito religioso e ciò sorge necessità di rassegnare alla saggezza di lei le seguenti osservazioni: 1. La turriani avendo dimorato per qualche tempo qui in qualità di educanda non ha mai mostrato spirito religioso. 2. Essa è figlia di un padre suicida che non merita di essere sepolto ne i sacri alberghi de Fedeli. 3. Il padre di questo o sia il nonno della Turriani, tuttora vivente, non è del nostro regno e si vole che fu costretto di abbandonare la sua patria per avervi commesso un omicidio. Venne qui miserabilissimo procacciando un pezzo di pane come giovane di qualche maestro calzolaio quindi si ammogliò con una delle più abbiette del paese, con la quale produsse l'indicato padre dell'aspirante, per cui la di lei parentela ed origine è tuttora la più abietta. 4. […] se si vedesse la mostruosità di ammettersi la Turriani in questa clausura sempre composta di soggetti di oneste e civili famiglie, a chi mai fra queste potrebbe poscia nascere il desiderio di entrarvi".

- Lettera della priora suor Maria Eleonora Spina al padre generale Vincenzo Ajello

La priora chiede al padre generale consiglio sull'ammissione nel monastero di una giovane in qualità di conversa. La scelta dovrà essere ben ponderata perché il numero delle religiose è in esubero.

1846 giugno 4

Documento autografo.

b. 2180

«Ibidem Cartularium 1843 - 65»

1843 - 1865

- Lettera di alcune monache al padre generale

Le religiose chiedono al padre generale di intervenire affinchè Candida Turriani non entri nel loro monastero, in quanto è figlia di un suicida e di salute cagionevole e si dubita della sua vocazione.

1841 ottobre 11

Documento autografo.

- Lettera della priora Raffaella Minicucci a padre Angelo Anarcani

Lettera di ringraziamento per l'ufficio prestato al monastero e in cui si informa che il mandato del confessore sta per scadere.

1842 febbraio 18

Documento autografo.

- Lettere della priora Serafina Carusi a padre Angelo Arcani

16 lettere in cui la priora mette al corrente il padre generale della situazione interna al monastero e in particolare, nelle lettere del 3/4/1844 e del 1/5/1844, lamenta la "vita particolare" che conducono le religiose. Nella lettera del 29/12/1844 smentisce le accuse lanciate contro il monastero, secondo le quali nell'istituto si violerebbe la clausura. Parla inoltre della visita del vescovo al convento.

1842 dicembre 29 - 1844 dicembre 2

- Lettere di suor Maria Serafina Carusi al padre generale Vincenzo Ajello

9 lettere in cui la religiosa rivela al padre generale che "il p. confessore si è affiangato con alcune giovanette e frequenta una famiglia che è l'origine di ogni disturbo di questa comunità". Riporta inoltre una grave vicenda avvenuta nel monastero: il libro dei conti è stato trovato bruciato e il confessore ha voluto a tutti i costi ricorrere al braccio secolare.

1844 marzo 5 - 1846 giugno 8

Documento autografo.

- Lettere di suor Maria Crocifissa Ciccotti a padre Vincenzo Ajello

5 lettere in cui la religiosa riferisce al padre generale i fatti che si verificano all'interno della comunità religiosa: la sua elezione alla carica di priora, la sua deposizione, i disturbi arrecati alla comunità da quattro religiose.

1844 novembre 28 - 1846 gennaio 10

Documento autografo.

- Lettera di suor Cecilia Patosti al padre generale Vincenzo Ajello

Si riferisce sulla nomina della nuova priora.

1845 agosto 9

Documento autografo.

Trascrizione: "la vostra figlia in Gesù Cristo supplica la sua Paternità Reverendissima a volersi benignare darci una Priora prudente, caritatevole, e zelante come lo è stata la madre ex priora Carusi".

- Lettera di suor Maria Maddalena Iannagoni a padre Vincenzo Ajello

La religiosa lo informa di alcuni "inconvenienti" accaduti in convento.

1845 agosto 9

Documento autografo.

Trascrizione: "Perdoni se la vostra Figlia e suddita in Gesù Cristo si accinge a scriverle e farle conoscere per coscienza alcuni inconvenienti accadenti a questo monastero. Padre mio si stanno facendo cose a capriccio, ma tutto nasce dall'imprudenza e dall'inespertezza della benedetta presidente, vi preghiamo colle lacrime agli occhi di farci la priora in presenza di chi le pare e piace all'infuori della presidente della Patosti colla medesima preghiera è pregato provvedersi di un buon confessore maturo di età, prudente, caritatevole e la prego a darmi la santa benedizione".

- Lettera di suor Maria Nazzarena Spina al padre generale Vincenzo Ajello

La religiosa racconta la vicenda del libro dei conti che è stato bruciato e sostiene che non ha recato, come invece hanno voluto far credere, un gran danno alla comunità perché ci sono molte copie. Fa conoscere al padre generale lo stato del monastero e si lamenta per il comportamento della priora Carusi, affermando che è una "donna senza ragione, dispettosa, imprudente, amante di farsi bella". Lamenta inoltre la giovane età del

ssore e sostiene che per questo ci sono religiose da più mesi senza sacramenti.

1845 - 1846

Documento autografo.

- Lettere della priora suor Maria Eleonora Spina al padre generale Vincenzo Ajello

5 lettere in cui la priora informa il padre generale della situazione interna al convento e del rapporto con il confessore. Riporta poi la notizia di aver trovato bruciato il libro dei conti, del quale atto accusa il frate converso Antonio. Si informa dello stato di salute, si augurano buone feste.

1845 ottobre 20 - 1846 dicembre 19

Documento autografo.

- Lettera di alcune religiose al padre generale Vincenzo Ajello

Le religiose espongono al padre generale il loro desiderio che venga affidato a padre Schipani l'incarico di vicario, essendo terminato il mandato di padre Selupani.

1848 dicembre 4

Documento autografo.

- Lettere di suor Cecilia Patosti al padre generale Vincenzo Ajello

3 lettere in cui la religiosa ringrazia per averla onorata del titolo di presidente e per aver confermato nella carica di confessore padre Tommaso Tucci.

1850 febbraio 9 - 1852 maggio 30

Documento autografo.

- Lettere della priora suor Maria Candida Patosti al padre generale Vincenzo Maria Sandel

3 lettere in cui la priora supplica il padre generale affinchè sia riconfermato nel suo incarico l'attuale padre confessore e considerando il suo attuale stato di salute chiede di essere esonerata dal suo compito.

1851 aprile 5 - 1851 novembre 24

Documento autografo.

Su foglio celeste.

- Scrutinio per l'elezione della nuova priora del monastero di S. Caterina

Le religiose convocate in parlatorio per l'elezione della priora hanno eletto suor Maria Serafina Carusi.

1854 gennaio 30

Documento autografo.

Con le firme delle monache.

- Lettere della priora suor Maria Serafina Carusi a padre Alessandro Vincaenzo Sandel

3 lettere in cui la priora, considerata la difficile situazione economica in cui versa il monastero, chiede il permesso di far dedicare le suore a lavori di cucito, in modo tale che con i guadagni le suore possano soddisfare alcuni bisogni; si congratula con il padre generale per essere stato riconfermato nel suo ufficio, ringrazia per aver ricevuto l'incarico di priora e chiede la grazia di riconfermare padre Tucci come vicario e padre Seni come confessore, essendo entrambi zelanti sia per quel che riguarda l'ambito spirituale che per l'amministrazione del monastero.

1855 aprile 3 - 1860 luglio 17

Documento autografo.

- Lettere della priora suor Maria Crocifissa Ciccotti a padre Allessandro Vincenzo Sandel

6 lettere relative al suo priorato.

1856 aprile 3 - 1858 luglio 3

Documento autografo.

- Lettere di Eleonora Spina a padre Alessandro Vincenzo Sandel

2 lettere in cui la religiosa: ringrazia il padre generale per l'onore che ha ricevuto nell'essere nominata priora e gli comunica che la situazione economica del monastero è migliorata grazie alla buona cura del vicario; cerca di dare una soluzione alla questione sollevata vescovo, ossia la riunione dei due offici di vicario e confessore nella medesima persona, e propone di far rimanere padre Tucci al monastero in qualità di vicario e di chiamare un nuovo religioso per il ruolo di confessore.

1858 giugno 17 - 1858 luglio 15

Documento autografo.

- Lettere della priora Clementina Parcarj al padre generale

5 lettere in cui la priora mette al corrente il padre generale di ciò che avviene nel monastero e del comportamento del confessore e di tutte le sue consorelle.

1866 settembre 22 - 1868 aprile 22

b. 2200

Alben, Monasterium S. Mariae Maddalenae

sec. XIX

- Lettera di suor Teresa Cecilia Colombella

Lettera in cui si informa dello stato del monastero e si chiede di incaricare il confessore affinchè preghi e supplichi la real casa di Sardegna di degnare della sua protezione il monastero.

1802 luglio 20

Documento autografo.

- Lettere di Delfina Fortunata Valperga a padre Alessandro Bandani

3 lettere in cui si chiede al padre generale la grazia di far giungere un certo foglio nelle mani del santo padre e si chiede di accelerare i tempi per far tornare al monastero le spoglie della fondatrice.

1823 ottobre 5 - 1824 febbraio 15

Documento autografo.

- Lettera di Delfina Fortunata Valperga e delle sue consorelle a papa Leone

Le monache chiedono di essere rimesse di nuovo sotto la direzione spirituale dell'ordine dei Predicatori, affermando che tale disposizione è stata in passato già approvata dai precedenti pontefici, e chiedono la grazia di portare le spoglie della loro fondatrice nel convento.

1823

Documento autografo.

- Lettera dell'abadessa Costanza Fortunata Valperga al vicario generale Velizzi

Relativa alla sottrazione del monastero dalla direzione dei padri domenicani.

1825 ottobre 20

Documento autografo.

Trascrizione: "e qui si è dove si aumenta il dolore cagionato dalla spina fitta nel cuore di essere il monastero sottratto dalla direzione del nostro ordine domenicano… La decisa nostra intenzione si è di essere sempre considerate figlie della religione domenicana e di partecipare e godere dei privilegi e prerogative dell'ordine…"

- Lettera di Teresa Cecilia Colombetti al vicario generale

Lettera in cui si informa che il monastero è caduto con somma sventura sotto il governo del vescovo, la liturgia è di molto alterata, il canto del rituale quasi abrogato, quando qualche sorella muore per scrupolo di violare la clausura "dobbiamo passare all'eternità senza che il sacerdote ci assista"; si chiede pertanto di intervenire.

1831 febbraio 14

Documento autografo.

b. 2250

Aquila, Monasterium S. Catherinae

sec. XVIII

- Denuncia di suor Maria Maddalena Vivio

La religiosa denuncia la leggerezza di alcune consorelle e chiede l'allontanamento di alcuni padri che secondo la sua opinione creano scompiglio.

1756

Documento autografo.

- Denuncia di suor Maria Vittoria Vivio

Denuncia il fatto che le giovani trascorrono diverse ore in parlatorio con i frati, con la scusa di parlare con i propri parenti, e denuncia la continua circolazione di bigliettini e la noncuranza della priora a riguardo.

1765

Documento autografo.

- Denuncia di suor Maria Tecla Silvestri

La religiosa afferma che i frati vengono di rado in monastero e che le accuse delle altre religiose sono false.

1765 luglio 9

Documento autografo.

- Denuncia della priora Maria Colomba De Matteis

Esprime il desiderio che alcuni frati vengano cacciati dal monastero perché sono stati causa di disturbi e di inquietudini per la comunità religosa.

1765 luglio 8

Documento autografo.

- Denuncia di suor Maria Angelica Celentaro

Denuncia il mancato rispetto del silenzio.

1765

Documento autografo.

- Denuncia di suor Maria Ippolita Liberatore

Afferma che nel monastero si vive con pace e concordia e che si sono quietati i disturbi e le dicerie sorte dal "pessimo governo della passata priora".

1765 luglio 6

Documento autografo.

- Denuncia di suor Anna Giuseppa Nardi

La religiosa lamenta la mancanza della regolare osservanza e che le giovani frequentano assiduamente il parlatorio e vi si trattengono molto tempo in compagnia di alcuni padri, soprattutto nelle ore in cui si dovrebbe andare al coro.

1765

Documento autografo.

- Supplica di S. Anna Geltrude de Felici

Si denuncia il cattivo comportamento delle religiose.

1765 luglio 9

Documento autografo.

- Denuncia di suor Maria Eleonora Liberatore

Afferma che con il governo della presente priora sono passate "dall'inferno al paradiso".

1765 luglio 6

Documento autografo.

- Denuncia di suor Maria Calisse

Denuncia che alcuni frati dimorano di continuo con alcune giovani.

1765

Documento autografo.

- Denuncia di suor Maria Vincenza S. Marco

Denuncia che le giovani stanno troppo tempo in parlatorio con alcuni padri e "la priora non fa altro che promuovere l'animi a sdegno".

1765

Documento autografo.

«Marino, Monasterium Sanctissimi Rosari Epist»

secc. XVIII - XIX

- «Elogio funebre della priora per la morte di suor Rosa Isabella della Providenza»

La priora del convento, dopo aver segnalato il giorno e l'ora del decesso, le cause e l'età della defunta, ricorda ed esalta il suo carattere, le sue qualità, l'obbedienza e l'umiltà, sottolineando l'eroicità dimostrata dalla suora la quale, temendo che l'avrebbero costretta ad abbandonare "l'esercizio delle sue fatiche", aveva deciso di occultare per mesi la sua malattia, nonostante la gravità del male l'avrebbe condotta alla morte.

1758 agosto 16

Consistenza: carta 1

Documento autografo.

1 foglio a stampa solo fronte.

Trascrizione: "Sensibilissima è stata a me e a tutte queste mie religiose, la perdita che abbiamo fatta al 14 del corrente mese circa le ore 17, della nostra amatissima sorella suor Rosa Isabella della Providenza che il Signore ha chiamato a sé, essendo ella in età di anni 45. Era tale questa nostra Religiosa, che ben volentieri avremmo ardentemente desiderato che dimorasse più lungo tempo tra noi. [...] Si ammirava pertanto in Lei una rara modestia, indizio manifesto della somma purità del di lei cuore. [...] Amava ancora talmente la povertà che contentavasi con giubilo dell'animo suo delle vesti più povere e sopportava volentieri l'esser priva non solo delle comodità, che sempre aborrì, ma talvolta ancora del necessario.

- «Elogio funebre per la morte di suor Bonaventura Cellani»

Celebra la vita spirituale della defunta e, in modo particolare, la sua umiltà e la sua carità. Oltre ad assolvere a una funzione celebrativa, la lettera ha anche il compito di rendere note le cause della morte, l'età della defunta e la quantità degli anni trascorsi in convento, secondo il classico schema che contraddistingue questo tipo di testi. L'autrice del testo è la priora del monastero del Ss. Rosario di Marino, la quale invia la lettera al padre Domenico Valloni, vicario del monastero di Albano.

1760 febbraio 15

Consistenza: carta 1

Documento autografo.

1 lettera a stampa di 1 solo foglio.

Trascrizione: "Grandissimo è stato l'abbattimento da cui restò sorpresa tutta questa mia religiosa comunità quando la mattina del corrente mese si è sparsa per questo monastero la funesta nuova che era stata ritrovata morta in letto Suor Bonaventura Cellani marinese nostra sorella convenrsa. [...] Era vissuta Suor Bonaventura anni 73 e dei medesimi ne aveva impiegati 43 negli esercizi dell'Osservanza. Sicchè già da molto tempo ella aveva imparato a morire. Aveva inoltre un avviso continuo che la faceva stare sempre in guardia e apparecchiata a fare quel terribile passo. Questo avviso era una sì grande abbondanza di sangue che quasi non passava mese che non fosse necessario di trargliene dalla vena duo o tre volte di quantità, per così liberarla dal pericolo evidente della morte. Perciò non solo da medici si diceva, ma ciascuno altresì di noi fortemente temeva, e la medesima forse ne era persuasa, che una volta sarebbe restata improvvisamente soffocata dal medesimo sangue, qualora non si avesse potuto subito accorrere col necessario aiuto. Infatti la cosa andò appunto così. [...] Quando ella era assistita dalla sanità, conoscendo l'obbligo del suo stato [...] molto volentieri si occupava del lavoro e con ciò dava a dividere il fondo di umiltà e l'ardore della carità che nutriva verso le altre religiose come ancora l'amore alla povertà e la mortificazione di se medesima."

- «Elogio funebre della priora per la morte di suor Maria Gertrude di S. Antonio»

La priora del convento, dopo aver segnalato il giorno e l'ora del decesso, le cause e l'età della defunta, ricorda ed esalta il suo carattere e le sue qualità, l'obbedienza e la carità, tracciando un breve profilo del temperamento e delle qualità morali di suor Gertrude.

1765 febbraio 5

Consistenza: carta 1

Documento autografo.

1 foglio a stampa.

Trascrizione: "Non sono ancora passati sei mesi da che il Signore si compiacque di privarci o, per dir meglio, di chiamare a sé una delle prime madri di questo monastero, quando il giorno 3 del corrente mese, circe le ore 17, ci ha di nuovo visitato [...] Questa si fu suor Maria Gertrude di S. Antonio, morta in età di 61 anni, munita di tutti i sagramenti. In 36 anni di professione che menò in questo monastero e in tutto quel tempo che antecedentemente menato vi aveva, fu sempre a tutte di una somma edificazione per la sua puntualità a tutti gli atti comuni. [...] Non mai appariva turbata, sempre uguale e indifferente, sempre moderata e pacifica, sempre benigna e compassionevole, riguardando in tutte le disposizioni divine e studiandosi di pratticare costantemente quella carità tanto necessaria che al dir di S. Paolo è benigna. [...]"

- «Elogio funebre della priora per la morte dell madre suor Rosa Caterina Filippani»

La priora esalta il coraggio, lo spirito di sacrificio e l'amor servile di suor Rosa Caterina, senza rivelare le cause che ne deterninarono la morte, ma accennando unicamente all'età della defunta e agli anni di professione.

1778 dicembre 8

Consistenza: carta 1

Documento autografo.

1 foglio a stampa.

Trascrizione: "La perdita che noi abbiamo fatto della Madre Suor Rosa caterina Filippani, detta di S. Maria, nella sua ancor vegeta età di anni 57, e 36 di professione, non può non esserci molto sensibile, stante le sue buone qualità che l'adornavano ed i suoi religiosissimi portamenti che furono sempre d'una grande edificazione a tutta questa iosa comunità. [...] Giunta all'età di 20 anni in circa, ottenne il compimento dei suoi hi desideri, di potere cioè totalmente abbandonare il mondo e tutta stabilmente consacrarsi al Signore in questo nostro monastero. Tanto da suddita, quanto da superiora fu sempre un esemplare edificante di puntualità a tutti gli atti comuni, di prattica costante delle osservanze regolari anche più minute, di alienazione e di distacco da tutto ciò che non . [...] Persuasa che questi sono i mezzi, specialmente quello dell'Eucarestia, con i quali gnore leva le nostre macchie e risana tutti i languori e le infermità della nostra anima,

- «Elogio funebre della priora per la morte della madre suor Maria Serafica Giusti Marinese»

La priora del convento, dopo aver segnalato il giorno e l'ora del decesso, le cause e l'età della defunta, ricorda ed esalta il suo carattere e le sue qualità, l'obbedienza e l'umiltà, e pone l'accento soprattutto sulla dignità con cui questa anziana priora ha saputa affrontare il momento del trapasso.

1787 novembre 12

Consistenza: carte 2

Documento autografo.

2 fogli a stampa fronte e retro.

Trascrizione: "Passati appena quattro mesi dalla perdita da noi fatta della sorella conversa Suor Barbnara Ludovica di buona memoria, ecco di bel nuovo la insaziabile morte a ricordarci la fralezza della nostra caduca e mortal condizione. La Madre Suor Maria Serafica Giusti marinese, quantunque fosse giunta all'avanzata età di anni 83, tuttavolta si trovava in uno stato di prospera e robusta salute di modo che speravamo di più lungamente godere l'amabile compagnia di questa nostra buona Decana madre. Ma quanto sono fallaci gli umani pensieri ed incerte le nostre providenze!! Attaccata da una universale idropisia detta da medici anasarca, fece subito temere di sua vita. [...] In tutto il tempo della sua penosissima malattia diede segni di quella soda cristiana pietà con cui sempre era vissuta e di pazianza nel soffrire le acerbe strette di petto dalle quali sovente era sorpresa. [...] Eccederei i limiti prescritti ad una lettera familiare se tutte, ad una ad una, descrivere volesse le buone qualità di questa madre. Resto dunque con supplicarla di presto porgere in compagnia delle sue religiose al sommo Iddio, i suffragi ordinati da nostri Maggiori [...]" >

- Lettera di Caterina di Savoia Cavignano Colonna a Pio VI

Caterina di Savoia domanda al papa il permesso di entrare, almeno una volta l'anno, nel monastero del Ss. Rosario di Marino accompagnata da una donna di servizio e dalle sue due figliole, in quanto gode un affetto particolare per quel monastero.

1793 ottobre 18

Consistenza: carta 1

Documento autografo.

1 lettera di 1 foglio fronte e retro. Buono stato di conservazione.

Trascrizione: "Caterina di Savoja Cavignano Colonna, umilissima oratrice e suddita di Vostra Santità, prostrata ai suoi santissimi piedi riverentemente espone essere da gran tempo desiderosa di entrare nel Monastero del Santissimo Rosario dell'Ordine di S. Domenico esistente in Marino, feudo di lei casa, verso del quale monastero nutre un affetto particolare, tanto per la edificante esemplarità di quelle religiose, quanto perché lo riconosce fondato nel 1675 da Suor Maria Isabella Colonna che ivi finì di vivere con fama d'insigne pietà. [...] La oratrice supplica la Sovrana Clemenza della Santità Vostra per la grazia di potervi entrare almento una volta l'anno con le sue figlie e con una donna di servizio. [...]"

- Lettere di suor Maria Vincenza a padre Pio Antonio Molineri

5 lettere in cui suor Maria Vincenza oltre a mettere al corrente padre Molineri dello stato di salute della priora e di quanto accade nel monastero, chiede l'assistenza di un nuovo confessore per lei e le sue consorelle e tiene informato padre Molineri dei suoi incontri, delle sue conversazioni e dei suoi spostamenti, compilando di volta in volta un resoconto puntuale e dettagliato.

1810 - 1811
La prima lettera omette il giorno e il mese, ma reca l'indicazione dell'anno, le altre si riferiscono rispettivamente alle seguenti date: 08/04/1810, 22/09/1810, 28/10/1810, 19/04/1811.

Documento autografo.

Trascrizione: "Il mio corto viaggio è stato felice in compagnia di Zia Domenica. Sono ricevuta con piacere dalla superiora e dalle consorelle con dimostrazioni d'affetto. o tornata eccomi con la febbre ed un fardello di altri malanni, il motivo di ciò lo credo l'aria troppo fina che la sento che mi ferisce le ossa e i nervi, comunque siasi di mio proprio molto prima morrò che separarmi mai più dalle mie consorelle, dalla mia superiora. [...] mi sono abboccata con la M. Colomba, le ho detto che V. P. non approva stiano le monache separate dal loro capo una in qua ed una in là, che lei essendo stata fin dal principio destinata per seguire le altre in palazzo non puole stare fuori quieta in coscienza. Ciò ho fatto perché ho molte obbligazioni a questa Madre [...] alla mia partenza lasciai la Signora marchesina Serlupi ammalata, sto in pena averne nuove, non le scrivo perché sto tanto male, V. P. faccia con la stessa le mie veci, le faccia cari saluti [...]" "Mi prendo la libertà di dargli nuova della mia persona. Vado grazie a Dio rimettendomi, sto meglio assai. [...] Con mio dispiacere le do nuova che la Madre Priora sta poco bene [...] ma a letto poco ci vuole stare e mangiare poco ne vuole è molto dimagrita. [...] Le altre hanno riscosso, benchè stentatamente, la loro pensione. La cara amica marchesina Serlupi, scrivendo alla Madre Priora, mi mandò mille saluti, ho saputo essere in Roma, prego V.P. darmene nuove e di farle i miei più affettuosi saluti e sempre dirgli che ha in me una sua serva ed amica sincera. Se si portasse la marchesiana in Villa Albano gradirei d'andare seco a passare in sua compagnia una giornata, se V.P. ed altri superiori lo concedessero. [...] Se Vostra Paternità ci onorasse di fare una scappata sarebbe molto gradita. [...]" Le trascrizioni riportate si riferiscono alle lettere del 28/10/1810 e del 19/04/1811.

- Lettere di donna Maria Maddalena Serlupi a padre Molineri

10 lettere che testimoniano lo stato di allerta e di agitazione per l'imminente emissione del decreto che avrebbe portato alla soppressione della clausura. Attorno al nodo cruciale della questione, ruota il resoconto di ciò che avviene nel monastero. Nella lettera del 29 agosto 1810 Maddalena Serlupi informa padre Molineri che le monache domenicane sono state cacciate dal monastero e si sono rifugiate a casa Colonna. La marchesa Serlupi si adopera, utilizzando le sue conoscenze, affinchè le monache trovino una dignitosa collocazione.

1810 luglio 14 - 1810 settembre 11

Documento autografo.

Scritte tutte su fogli celesti.

- Lettera di suor Maria Colomba a padre Molineri del monastero di S. Domenico e Sisto di Roma

Suor Maria Colomba confida a padre Molineri il suo turbamento, avendo scelto, alla soppressione della clausura, di non vivere con le consorelle a palazzo Colonna, ma di risiedere in una sede diversa, divenendo così oggetto di notevole riprovazione sia da parte del paese sia da parte delle altre monache.

[1810]
La lettera non reca la data, ma dal riferimento alla soppressione della clausura e soprattutto al trasferimento delle monache nel palazzo Colonna, lascia intendere che sia stata scritta pochi mesi dopo il 29 agosto 1810.

Consistenza: carta 1

Documento autografo.

1 lettera di 1 foglio.

Trascrizione: "Scusi il mio ardire, ritrovandomi in un inferno di agitazioni, per cagione che essendo io uscita dal mio caro monastero […] si è scatenato contro di me tutto il paese, ma molto di più tutte le altre che stanno con la Madre Priora in Palazzo […] onde rittrovandomi in un'agitazione interna ed esterna, ho perso la pace e anco la salute, mi si aggiunge di più un rammarico, la venuta di Suor Maria Vincenza, la quale non basterebbe un foglio a descrivere la riprovazione che mi ha fatto. Diceva che ho disobbedito ai comandi […] mi dice di star male davanti a Dio […] Mi faccia un comando di andare colà o pure seguitare a stere con la detta zitella […] ma però con tutto il rispetto li scopro che hanno detto che volendoci andare, adesso non mi vonno più, vi potevo andare prima e tale rimprovero l'ha detto una novizia, ma però la M. Priora e Suor M. Vincenza non ne sanno niente. […] la bontà della M. Priora mi dava una camera sola, non potendo stare con le altre accompagnata per motivi giusti, onde essendo 15 giorni che sto separata da loro, hanno data la detta stanza a un'altra. […] Basta che V. pietà mi voglia consolare e se mi favorisce di risposta, il che lo spero […] Mi doni la sua benedizione, li bagio le sacre mani."

- Lettere a padre Molineri

3 lettere in cui si comunicano le proprie condizioni di salute e soprattutto si affronta il tema della soppressione della clausura, riferendo che le religiose vengono obbligate a togliersi l'abito, costrette a lasciare aperta la porta del monastero e in particolare si confida

ifficile convivenza con i soldati e gli ufficiali francesi.

1810 giugno 13 - 1810 luglio 2
Le lettere in questione si riferiscono alle seguenti date: 13/06/1810, 28/06/1810, 02/07/1810.

Scrittura attribuita.

Scritte tutte su fogli celesti. Le lettere non recano la firma dell'autrice, ma sembrano di un'unica mano.

Trascrizione: La trscrizione riportata si riferisce alla lettera del 28/06/1810: "[...] Con il permesso dei miei genitori aveo offerto alloggio in casa mia a detta pellegrina di Marino [...] La mia salute va al solito [...] ora mi godo la compagnia del mi zio [...] Mi han consigliato di levare l'abito per non soggiacere a qualche insolenza come mi han detto essere seguito a qualcuna in Roma, tanto più che, cominciando dai soldati e ufficiali francesi, mirano tutti con grande ammirazione il mio abito. Io ho ciò riferito a papà e mi sono mostrata indifferente a mutar abito [...] per quanto mi vergogni e mi dispiaccia mutar abito, se i miei lo gradiranno lo farò subito[...]"

- Lettera di suor Maria Vincenza di S. Maddalena a Maddalena Serlupi

Suor Vincenza informa la marchesa della grave malattia che ha dovuto affrontare.

1811 gennaio 29

Consistenza: carta 1

Documento autografo.

1 lettera di 1 foglio. La lettera è stata spedita da Marino e diretta a Roma dove si trovava la residenza della marchesa Serlupi.

Trascrizione: "L'essere stata gravemente malata mi ha finora privata del piacere di scriverle. Non mancai però, sentendo che anche V.E. pure stava più male di me, di pregare il P.M. Compagno di fare seco lei le mie veci. Seppure abbia avuto mia lettera prego V.E. di farmi sapere come se la passi presentemente per la mia consolazione. Io, in aggiunta dei mali che avevo a Roma, soffro molto per il freddo e per l'aria fina contraria ai miei nervi [...] Sono però in piedi. Se non le fosse d'incomodo, la prego de miei rispetti al P.M. Molineri di renderlo inteso di mia salute qual sia, dirle che si spera di ottenere le note due stanze [...]. Se posso servirla mi comandi con libertà che mi stimerò onorata de suoi comandi, i miei ossequi alla sua Signora Madre."

- Lettere di suor Pellegrina a padre Pio Antonio Molineri

9 lettere in cui suor Pellegrina, la priora, informa padre Molineri dello stato di salute delle religiose della comunità e, soprattutto, lo mette al corrente degli spostamenti compiuti per sopravvivere al nuovo clima socio-politico e di tutte le decisioni che vengono prese giornalmente circa l'organizzazione della vita religiosa nel palazzo Colonna, fortunato rifugio concesso alle religiose dopo l'emissione del decreto sull'abolizione della clausura.

1811 gennaio 11 - 1811 febbraio 22
Le lettere fanno riferimento alle seguenti date: 11/01/1811, 08/05/1810, 30/05/1810, 29/06/1810, 12/07/1810, 08/08/1810, 09/12/1810, giorno delle Ceneri 1811, 22/02/1811.

Documento autografo.

Trascrizione: "[...] Sono in Palazzo e ci godiamo pace grande. Persuada Suor Maria Vincenza che non è conveniente che ritorni in monastero, perché primo e assai pericoloso l'abitarvi e non conviene neanche restarvi in due solamente come ognun vede. [...] Converrebbe che essa si trattenesse a Roma giacché qui in palazzo il Giardarobba ha fatto capire che non s'introduca, perché è in sospetto di cadere in cattiva salute. Veda di condurre questa a fare come si desidera, perché è cosa che mi tiene molta pena. Le chiedo la santa benedizione e non mi alongo di più perché lo scrivere mi dà fastidio".

- Lettera della marchesa Costanza Pallavicini Paolucci di Parma al papa Pio VII

La marchesa, nutrendo una grande passione per la lettura e temendo di imbattersi in testi proibiti, domanda al papa la facoltà di leggere indistintamente tutti i libri con la guida del suo confessore.

1814 marzo 13

Scrittura attribuita.

Lettera scritta su un foglio celeste; non reca la firma dell'autrice.

Trascrizione: "La Marchesa D. Costanza Pallavicini Paolucci di Parma, umilmente espone alla S.V. come avendo un genio particolare alla lettura de libri, teme alle volte di leggere quelli che possono essere proibiti. Quindi per sgravio di sua coscienza e per levarsi da ogni scrupolo implora dalla paterna clemenza della S.V. le benigne facoltà necessarie ed opportune al suo confessore, affinchè con di lui assenso possa leggere tutti quei libri anche proibiti che egli le accorderà. [...]"

- Lettere di suor Pellegrina

4 lettere in cui si affrontano diverse questioni. Nella prima lettera suor Pellegrina chiede il permesso di recarsi a Roma sia per ottenere la somma di denaro necessaria per allestire la fabbrica del monastero, sia per avere un colloquio con il notaio. Nella seconda lettera riferisce l'avvenuta visita al monastero di padre Cerri il quale, avendo accertato le precarie condizioni dell'edificio, ha deciso di inirizzare una supplica al tesoriere nel tentativo di ricevere un sussidio per il restauro. Le altre lettere esprimono la felicità di suor Pellegrina e in generale di tutte le altre sorelle che vedono la loro casa rinascere tra le mani di artisti capaci.

1818 maggio 24 - 1822 giugno 23
Le lettere si riferiscono alle seguenti date: 24/05/1818, 04/06/1822, 15/06/1822, 23/06/1822.

Documento autografo.

Le lettere non recano il nome del destinatario.

Trascrizione: "[...] Padre Cerri dando una scorsa brevissima a Marino ed al monastero ha conosciuto quanto è il bisogno di essere aiutato lo stesso monastero per poter sussistere. Ha avuto la bontà di dettare un memoriale per una supplica al signor Tesoriere, anche provare di ottenere un sussidio per il restauro della fabbrica. [...] L'ottimo nostro padre confessore e tutte le religiose l'ossequiano riverentemente."

- Lettera di suor Pellegrina al padre generale Giuseppe Maria Velzi

1 lettera in cui suor Pellegrina esprime tutta la sua preoccupazione relativa all'assenza momentanea del padre confessore e del padre vicario e teme che i due non riescano a tornare in tempo per la vestizione e la professione di due religiose.

1822 ottobre 14

Documento autografo.

Buono stato di conservazione.

- Lettera della priora suor Maria Cottolengo a papa Leone XII

La priora, dopo aver passato in rassegna le doti della corista Francesca Stramucci di Recanati, chiede al papa la grazia di commutare l'officio divino in quello della Madonna (grazia accordata precedentemente da Pio VII a un'altra sorella, suor Maria Maddalena Zerroni) in quanto, quando questa religiosa deve leggere in pubblico, "suda in modo straordinario e trema da capo a piedi".

1824 agosto 18

Documento autografo.

- Lettera di suor Pellegrina al padre vicario Pietro Antonio de Pretis

Suor Pellegrina fa sapere al padre vicario di voler respingere la richiesta di ammissione al monastero del SS. Rosario di una religiosa proveniente dal monastero di S. Rocco, affermando che difficilmente ella si potrebbe adattare alla vita semplice che si conduce in questo istituto. Tuttavia aggiunge che, se la religiosa in questione, conosciuta la sobrietà del luogo, vi volesse ancora entrare e se il padre vicario fosse assolutamente intenzionato a collocarla presso il SS. Rosario, ella certamente vi verrebbe accolta. In questo caso il padre vicario dovrà maneggiare la cosa con delicatezza per ottenere il consenso delle religiose.

1824 agosto 12

Documento autografo.

Buono stato di conservazione.

- Lettera di suor Maria Crocifissa al padre vicario

Suor Maria Crocifissa chiede al padre vicario il permesso e la possibilità di confessarsi da lui.

1825 agosto 5

Documento autografo.

La grafia con cui è stata scritta la lettera non è molto chiara.

- Lettere di suor Pellegrina al padre vicario Domenico Lavagna

7 lettere in cui vengono affrontate questioni inerenti soprattutto alla vestizione di alcune giovani. In queste lettere suor Pellegrina prende accordi con il vicario per decidere i giorni in cui si terrà la vestizione di quattro fanciulle, lo informa della mancanza di alcuni documenti necessari per la celebrazione della cerimonia di ammissione e gli comunica che il padre priore di Anagni, essendo concittadino della vestienda Paolina, vorrebbe comporre un sonetto per l'occasione. Infine vengono inserite notizie dettagliate circa lo stato di salute del confessore.

1826 febbraio 21 - 1826 dicembre 2
Le lettere si riferiscono alle seguenti date: 21/02/1826, 15/05/1826, 18/07/1826, 27/07/1826, 27/10/1826, 07/11/1826, 02/12/1826.

Documento autografo.

- Lettera di suor Giuseppina Maria dell'Angelo Custode al padre Giuseppe Maria Velzi

La religiosa chiede al padre "la grazia di fare la santa professione presto", in quanto si trova in uno stato di tormento e di angoscia e non fa altro che piangere e disperarsi sia di giorno che di notte.

1826 giugno 29

Documento autografo.

Buono stato di conservazione.

- Lettera di suor Luisa Teresa di S. Tommaso d'Aquino

La religiosa confessa di essere stata raggirata da un certo padre Sapelli, al quale aveva affidato la sua dote con la garanzia che sarebbe stata da lui trasportata da Torino a Marino, perché secondo il padre Sapelli era disdicevole e vergognoso per una religiosa circolare con il denaro. La religiosa chiede quindi al padre generale di mettersi in contatto con il padre Sapelli affinché le restituisca la dote.

1826 ottobre 7

Documento autografo.

- Lettera di suor Rosa Celeste del Divino Amore al padre vicario

La religiosa mette al corrente il padre vicario dei difficili rapporti che le suore intrattengono con la curia vescovile, che impiega molto tempo a risolvere le questioni che interessano il monastero, come la mancanza di un confessore.

1829 giugno 6

Documento autografo.

Buono stato di conservazione.

b. 6000

«Napoli, Monasterium Sapientiae Vita della Ve»

s. d.

- «Vita della Venerabil madre D. Maria Carafa Napoletana, sorella del santissimo Pontefice Paolo IV e fondatrice del sacro monastero di S. Maria della Sapienza di suore domenicane, descritta dal P. D. Francesco Maria Maggio e dalla M. R. M. Priora Suor Angelica Caterina Carafa. Dedicata all'eccellentissima Signora D. Anna Fernandez di Cordova, duchessa di Segorbe e di Cardona, Viceregina di Napoli»

Biografia in cui viene ripercorsa la storia della vita di Maria Carafa. La Biografia si conclude passando in rassegna i miracoli e le grazie che si verificarono già all'inizio del 1600.

1670

Consistenza: carte 502

Documento autografo.

1 volume a stampa di 502 pagine. Nonostante il volume non rechi la firma della priora suor Angelica Caterina Carafa, il titolo della biografia la cita palesemente come autrice dell'opera, ponendola sullo stesso livello di padre Maggio.